Racconti

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di Elisabetta Imperato Un giorno, un famoso mecenate invitò i suoi protetti per una gara insolita: bisognava comporre nientepopodimeno che un madrigale o una ballata in figure, per partecipare a un prestigioso premio letterario. Il primo ad arrivare fu il signor Palindromo, che si chiamava Otto,...

di Stefania Rega   Appena arrivato in casa, Giorgio prese un paio di forbici e tagliò il cartone. Ne estrasse senza troppe accortezze il televisore e i pochi accessori. Telecomando e batterie, cavo di alimentazione, piedini di sostegno e manuale. Dieci minuti più tardi, il primo televisore...

di Barbara Buoso   Anch'io, cacciatore di parole, do la caccia a parole che non passano più. E anche io vorrei essere realmente pazza. Fabrizia Ramondino, L'isola riflessa   Scrivere non è un atto che comincia nell’età adulta. Ogni volta che apro un foglio bianco, so che il gesto prende forma...

di Lorenzo Del Corso   Di più, sempre di più. Sempre più, di più, di più, sempre. Sempre. Rocco stacca le mani dal termosifone. I palmi sono scarlatti ora. Gli tremano i capillari. Il sangue scorre velocissimo. I nervi sono corde di mandolino che trillano. Avvicina le mani...

di Alberto Bartolo Varsalona   «Quindi andai da lui e gli dissi Ti prego accosta a dritta è quello l’arcipelago del cuore. Mi guardò e sorrise, mi diede un colpo sulla spalla, invertì come un fulmine la rotta e fuggimmo agli antipodi dell’isole mettendo nelle vele molto vento. Aveva al timone mani salde, occhi acuti per...

di Eduardo De Cunto I morti, i morti, bisogna aver premura per i morti, seppellirli, far finta di averne riverenza, mentre i vivi? Io odio i morti, sempre lì a ricordarti ciò che vorresti dimenticare, pallidi, brutti, zitti, senza vita. Capitan Pascià dice che io sono vivo...

di Maddalena Cavalleri Immagine in copertina di Francesco Fanelli   Doveva iniziare a prendere le distanze da quella casa. Da sempre appartenuta alla mamma, dopo la morte del papà una parte era già stata destinata a lei, almeno negli accordi verbali; l’altra sarebbe andata alla sorella. I suoi...

di Raffaella Grisotto   Sotto la scaletta argentata del Saraceno Valentina vide un Pesce luna. Il Saraceno è un albergo posato su una scogliera che finisce in mare e le stanze sono talmente a picco che sembrano cicles appiccicati alla roccia. Si dice che Nerone in persona, innamorato...

di Lucia Urbano   1. Teresa camminava impettita, il collo leggermente proteso in avanti, come sempre. Sei bella si diceva. Aveva un paio di jeans slavati, una camicia a quadri chiara con le maniche arrotolate, aperta sul davanti, e un paio di sabot. I suoi piedi facevano fatica a tenere...

di Giovanni Fierro       Lei ha gli occhi di un verde che si fa largo nel buio, forse sono stanchi di rimanere sempre aperti, a creare e sostenere uno sguardo che ormai assomiglia ai due tagli che ha sull’addome. Sono la sua carta d’identità. A questo sta pensando...

di Marcello Guardo   Il corpo si annàca, si squàgghia sotto le casse incugnàte nella cappella. Luce a volume alto: un cactus a neon piccolo verde nucleare abbrìlla dentro un basso buio: la vecchia chiesa in via del Corso.    Carmela, nel mezzo della mattanza, con i polsi fende...

di Ruberto Leonello   Arriva così. E ho imparato con gli anni di esperienza che non ci si può fare niente, bisogna aspettare che passi, come per tutte le cose, buone e non buone. Non è niente di speciale, ma questo non vuol dire che non faccia male. Attacca...

di Cristina Pasqua   Eppure, anche se sbirciando attraverso gli scuri aveva annusato pioggia, il Silvi, dopo una breve sosta al gabinetto, si era dato una sciacquata e vestito in tutta fretta. In cucina, scaldato nel bricchetto il caffè del giorno prima, dopo aver tirato fuori il...

di Giovanni Mignini   Mara appoggia la testa sul vetro dell'autobus; le vibrazioni a ogni ripartenza le frullano il cervello, ma ne ha bisogno per rimescolare le proprie idee. Resta rannicchiata in quarta fila, contro il vetro, mentre abbraccia lo zaino semivuoto del primo giorno di scuola. Vicino...

di Elisa Audino   Tribunale.   Dica lo giuro. Lo giuro.   Venticinquesima risonanza e ce l’ha ancora con me, mi ritiene responsabile. M., un giorno scriverò un articolo su di lui dal titolo Il poeta inesistente, è in isolamento in attesa di trapianto di fegato. Qualcuno dovrà morire.   Gli abbiamo lasciato una lettera...