Racconti

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  di Giada Brocato   immagine di Guillaume Seignac ( dettaglio, Amore e Psiche)   C'era una volta, c'era due volte, c'era tre volte, c'era tutte le volte che c'era, e se c'era, c'era per il tempo che ci voleva, quello che bastava, insomma quello giusto, senza sforare di un...

di Manuel Omar Triscari ad Angela   Ero così contento ieri sera, la mia camera, il vecchio letto in legno e tutti gli oggetti della casa, le forchette e i coltelli, anche loro erano contenti ieri sera, perché presto saresti arrivata e allora sarebbe iniziata la festa, il...

di Giada Brocato     Qui al Sud ci si scorda di essere dietro al passaggio a livello, qui i treni vanno lenti e sono ridotti a pochi vagoni, il minimo indispensabile per soddisfare pendolari, studenti e turisti, in attesa del doppio binario e di altri progressi: noi...

di Ale Ortica «Signor Daza, che piacere potervi accogliere in Italia. Siete in ritardo, vi aspettavamo per le undici, so che ci sonostati dei piccoli inconvenienti durante la crociera, spero che ciò non rovini la vostra permanenza qui da noi.» L’untuoso, simpatico addetto all’accoglienza, direttore Marchese...

DI GIADA BROCATO   Nessun angolo sporco in particolare e nessuna strada, ma molti angoli e molte strade sporche. Quasi tutta Palermo resiste con la sua stanca bellezza all'incuria, nella prolungata assenza di responsabilità: nessuno in particolare è colpevole, se chiedi a qualcuno se sa qualcosa ti...

di Ale Ortica Era arrivata due settimane prima insieme a mamma, papà e il fratellino che sarebbe nato tra un paio di mesi. Tati era una scugnizzetta di otto anni, capelli riccissimi a formare un milione di treccine colorate che la madre aveva lavorato per ore,...

di Valentina Riva     Alnoir si trascinò fino al ponte per prendere aria, ma il vento aveva deciso di assopirsi dietro le colline, tra le onde infuocate che si muovevano nel cielo. Avrebbe voluto piangere tutte le gocce del mare denso che premeva contro il suo petto,...

di Ale Ortica     Liliana e Salvatore continuavano a discutere come se lei non fosse presente, come se si trattasse di un gatto o un canarino, come se la cosa non la riguardasse perché la gravidanza è una cosa da grandi. «Salvato’ parliamoci chiaro, questa ragazzina non può...

di Cristi Marcì Cara N. Stanotte ti ho sognata, da tempo non venivi a trovarmi. I riccioli un po' bianchi un po' grigi erano un tutt’uno col tuo grembiule da cucina preferito: viola e come sempre ricoperto di farina. Le tue mani una distesa di rughe pronta a fiorire...

di Sabrina Costa A distanza di moltissimi anni ciascuno avrebbe saputo dire con esattezza dove si trovava e cosa stesse facendo quand’era successo, accade così in tutte le grandi sciagure. Avrebbe saputo distinguere ogni istante da quello che lo aveva preceduto e descrivere ogni singola sensazione...

di Ale Ortica In alcuni momenti le sembrava di essere dentro un buco nero, una stanzetta piccola e scura con delle persone che le giravano intorno, donne, che la fissavano e volevano qualcosa da lei. Mandy era ossessionata da quelle donne, quella visione di ombre nella...

di Cecilia Lolli «Lo fa per sé stessa». Piove, questa sentenza, sul capo di Giulia. Giulia è una persona di cui spesso sono gli altri a parlare. Una persona trasparente, incapace di respingere le proiezioni e l’avida interpretazione altrui. Giulia senza confini autoimposti. Bisogna avere molti...

di Cristi Marcì A quel tempo abitavo nei pressi di una modesta pensione della Wagnerstrasse di Düsseldorf, una viuzza tranquilla e un po' nascosta. Quando optai per quella dimora mi parve riflettesse a pieno la mia indole di insegnante solitario, da poco trasferitosi in Germania, dove...

di Eloisa Ticozzi Con questo testo, Elisa Ticozzi risponde per prima alla nostra call di inizio anno, dedicata al tema dell’utopia. «La parola che abbiamo scelto di portare con noi nel 2024 è Utopia, termine che in filosofia a livello etimologico mantiene l’ambiguità tra “non-luogo” e “buon-luogo”,...

di Renzo Favaron Guardò l’orologio, un vecchio Lanco appoggiato sopra il comodino di mogano nero, l’unico mobile di un certo valore che abbelliva la sua casa: le tre del mattino. Starnutì, togliendosi gli occhiali. Aveva il naso intasato, che a tratti gocciava procurandogli un insopportabile fastidio. Uscì...

di Rossella Caleca Giacomo si voltò e tornò indietro. “Vuoi fare una sosta?” disse. “Mi sembri un po’ stanca.” Sara non replicò, limitandosi ad annuire. Ma non era stanca, affatto. Camminavano da meno di un’ora, l’erba tratteneva qualche traccia di rugiada e il sole pallido era...