La realtà è un romanzo inesistente

di Erika Czako

Un poeta che si cimenta nella narrativa può rimuovere le proprie radici poetiche ? Nel caso di Davide Cortese la risposta è no, sarebbe come rinnegare l’essenza più autentica di sé.

Adam Babelsberg, il protagonista di Malizia Christi, è una creatura profondamente poetica, radicata cioè in quello spazio dell’essere che precede il pensiero e il linguaggio : il mondo dei sentimenti. Adam, che ha solo cinque anni ma veste e vive come un adulto, è già autore della propria autobiografia, scritta a tre anni, età nella quale si decide se provare fiducia o sfiducia nei confronti della vita perché inconsciamente si percepisce di possedere, o no, gli strumenti necessari per poterla attraversare: l’amore ricevuto che emerge nella sicurezza e nella disponibilità alle relazioni, la curiosità, il senso di meraviglia e la mentalità esplorativa, il tipico patrimonio dei soggetti creativi.

Adam assomiglia molto a Davide Cortese, anzi ne rappresenta un aspetto della sua personalità, ovvero la proiezione della dimensione del Puer Aeternus, cioè l’archetipo junghiano che simboleggia la disposizione della psiche a rinnovarsi continuamente, oltrepassando i confini dell’ovvio. Adam possiede la capacità, preziosissima, di identificarsi affettivamente con la realtà che lo circonda, fatta di persone, animali o anche oggetti che prendono vita proprio perché toccati dall’affetto di chi li guarda. E questo lo si evince anche attraverso l’autenticità con la quale si accosta all’Altro da sé, senza preconcetti, con generosità. Si ottiene così un ribaltamento dei canoni con i quali abitualmente si considera l’oggettivo : diventano “normalità” e “realtà” il paradossale elenco di libri inesistenti, un orso di pezza – il nobile conte Marsicano – che “detesta gli abiti scuri”, i due gemelli che progettano il loro matrimonio, una pipa vuota che però surrealmente si accende con il “trinciato del silenzio”.

L’uomo-bambino ama ed è amato : il rapporto con il femminile è un flusso di tenerezza, non possessivo, né manipolativo. La devozione per Maeva Westwood non cede all’incertezza del capriccio. Eros è presente e fluttua come una delicata brezza che sfiora tutti i protagonisti, dona a loro una grazia che li illumina.

Ti amo perché ami la vita e sai commuoverla,

perché mi tocchi come se non ci fosse più tempo

e mi guardi come se ci fosse tutta l’eternità.

Così scrive Timo al gemello Teo. Eros è potente ma non può nulla contro il tempo che scorre e che annunzia l’arrivo della stagione più gelida.

Anche Adam deve confrontarsi, come direbbe Jung, con la sua dimensione d’Ombra, la stanza segreta che custodisce e nasconde il dolore : l’ineluttabilità della morte. Ma il compito è superiore alle sue risorse psicologiche, è ancora troppo giovane, non è ancora salito lungo quel piano inclinato che poggia su di un perno e che, superata la metà, improvvisamente si ribalta trasformandosi in discesa : la seconda metà della vita. E allora Davide Cortese gli affianca un’altra figura chiave del racconto : l’altra faccia dell’archetipo del Puer ovvero la sua immagine Senex, il benevolo Vecchio Saggio che come Virgilio lo accompagna e lo sostiene.

È Dorando Marradi il poeta centenario che ancora conserva intatta dentro di sé la voglia di giocare, cioè di vivere, di saltare in groppa al suo cavalluccio a dondolo e di riderne. Non a caso quando Marradi si rivolge ad Adam lo chiama mon semblable, mio simile, nati lo stesso giorno, l’uno la continuità dell’altro.

Ma il senso di incanto di questo rapporto è destinato a svanire. Il perfido dio Cronos si allea con il Fato, con la casualità che insidia ogni vita. Nemmeno la potenza di Eros è sufficiente per ostacolare il fluire del tempo, l’attrazione gravitazionale del destino.

Adam intuisce che dietro la porta della stanza segreta è celato il dolore che il futuro gli ha riservato e affida la chiave di quella porta a chi è già entrato nell’abisso dell’amore, ne ha conosciuto il tormento.

La morte inizia a far sentire l’alito della sua presenza : sogni premonitori, una simbolica piuma nera persa dal corvo Murnau, le immagini oniriche della “morte per acqua” … questo non è il Tamigi … questo non è il Tamigi … sembrano riecheggiare alcuni versi di T.S. Eliot e la sua Terra desolata.

Adam incolpevole e inconsapevole si avvia verso il suo destino che non premia e non punisce, semplicemente accade. Dorando Marradi gli affida per il suo viaggio Malizia Christi, un libro che, perfidamente, esiste davvero, ma che forse nessuno dovrebbe o vorrebbe leggere. O che si legge quando ormai è troppo tardi e il destino non si può più cambiare.

Adam non tornerà più dal suo viaggio insieme all’amata Maeva. Nel suo mondo non è prevista la resurrezione, ma solo l’eternità della poesia.

Malizia Christi: un piccolo romanzo per un grande autore.

(In copertina: Davide Cortese fotografato da Dino Ignani.)

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