Cinema alle isole Eolie. Racconti d’estate

di Sara Basile

 

Salire a bordo di un motoveicolo a tre ruote, “l’Ape”, per le viuzze in una certa isola fa sentire subito Nanni Moretti in Caro Diaro. La sua Ape, come la bicicletta di Massimo Troisi nel Postino o la carriola di Anna Magnani in Vulcano, sono gli oggetti-simbolo del cinema delle Eolie. Una “y” nel blu del Tirreno, un arcipelago che dagli anni ’50 in poi, con i suoi scenari capaci di trasformarsi in palcoscenici, ha reso il cinema italiano epico invitando i più grandi cineasti ad avere fede nella bellezza.
Ed ecco aggiungersi un quarto importante oggetto di riconoscimento nel cinema che si è fatto prima di tutti alle Eolie. Una scatola metallica, una custodia, per una macchina fotografica (Rolleiflex biottica 6×6) e una cinepresa (Arriflex 35 mm) per le prime riprese al mondo girate sotto la superfice del mare. È l’opera del principe di Villafranca e duca di Salaparuta, Francesco Alliata, leggendario fondatore della Panaria Film, insieme ad altri quattro aristocratici siciliani, che finita la guerra diventeranno scopritori della vocazione turistica delle Isole Eolie e inventori del cinema subacqueo. I cortometraggi Bianche Eolie e Cacciatori sottomarini mostrano il volto originario, oggi scomparso, delle Eolie.
E, se è vero, che per riabitare i paesi ci vuole una nuova religione, la religione dei luoghi, Il mondo perduto del documentarista Vittorio De Seta ha il potere dell’evocazione religiosa. “Mi sembrava di avere fatto un viaggio in un paradiso perduto”, disse Martin Scorsese in occasione della presentazione alla Mostra d’arte cinematografica di Venezia 2005 di Banditi a Orgosolo. Gente che cerca la redenzione attraverso il lavoro manuale: nelle viscere della terra, in mare aperto, sulle colline, tirando le reti, tagliando il grano, estraendo lo zolfo. Gente che sembrava pregare attraverso la fatica delle mani.
Una porta chiusa dice di un fallimento, ma una porta chiusa ha sempre una fessura. Abitare la desolazione è possibile se si trova in essa un senso di provvisoria beatitudine, la stessa che spinge Giovanna Taviani, 26 anni dopo l’intuizione di Paolo e Vittorio Taviani di ambientare un film pirandelliano – Kaos del 1984 – di tornare in quei posti dalla pietra bianca e galleggiante, laddove ruzzolava da bambina.
È il 2010, il ritorno alle Eolie è tra cinema e realtà dove la realtà sono i testimoni delle isole che diventano “personaggi”, sia come comparse nei film del passato, sia in quanto hanno vissuto in prima persona le storie di fughe da isole di confino e abbandoni come la fabbrica dei cavatori della pomice dimenticata e fatiscente.

 

“Racconti d’Estate – Il cinema in piazza”

4ª edizione della rassegna estiva cinematografica di Lipari

Dal 19 Giugno al 14 Luglio (ogni lunedì e mercoledì)

Ore 21 – Ingresso gratuito

Promossa dal Magazzino di Mutuo Soccorso Eolie APS. In collaborazione con il Parco Archeologico delle Isole Eolie

Torna a Lipari la rassegna estiva di cinema all’aperto “Racconti d’Estate – il Cinema in Piazza” ideata e promossa dall’associazione Magazzino di Mutuo Soccorso – Eolie, sotto la direzione artistica di Sara Basile e Sergio Barone. Se lo scorso anno si è parlato del passaggio di consegne generazionale tra padri e figli, nell’edizione di quest’anno l’intento è quello di esplorare in che modo i figli raccontano un mondo con sempre meno certezze, che non si p più salvare tutti insieme, ma dove uno ad uno si cerca di salvarsi da soli, per poi scoprire che aprendosi con gli altri e smussando le proprie paure si diventa via via una somma sempre più grande.
Dal 19 giugno al 14 luglio, attraverso la visione di otto pellicole e due incontri con gli autori, la quarta edizione del Festival a cui il Magazzino di Mutuo Soccorso ha dato vita dal 2019 in uno dei luoghi più suggestivi del centro storico di Lipari, ha un obiettivo semplice e nobile: portare il cinema di qualità, gratuitamente, tra i vicoli di pietra di Lipari.
Vogliamo fare il cinema dove un cinema non c’è: ad oggi infatti nell’arcipelago eoliano divenuto famoso nel mondo proprio grazie al cinema con “Stromboli. Terra di Dio” e “Vulcanoin nessuna delle sette isole è sopravvissuta una sala cinematografica.

Anche quest’anno la manifestazione avrà luogo in uno dei centri più importanti della vita culturale delle Isole Eolie: dentro le mura del Castello nel Cortile dell’Addolorata, dove all’imbrunire si accende la macchina del cinema. Il programma inizierà lunedì 19 giugno con un Omaggio a Massimo Troisi con il film “Laggiù qualcuno mi ama” di Mario Martone (2023); a seguire l’incontro con Anna Pavignano. Il 21 Giugno,Le otto montagne” di Felix Van Groeningen e Charlotte Vandermeersch (2022); 26 Giugno –  “Close” di Lukas Dhont (2022); 28 Giugno –“Memory Box” di Joana Hadjithomas, Khalil Joreige (2021); 3 Luglio –  The Fabelmansdi Steven Spielberg (2022). 5 Luglio – “Piccolo Corpo” di Laura Samani (2021); 12 Luglio – “Il Signore delle Formichedi Gianni Amelio (2022); a seguire l’incontro con l’attore Luigi Lo Cascio.

Infine in chiusura della rassegna, un Omaggio a Claudia Cardinale nella serata del 14 Luglio con la proiezione di “Il Bell’Antoniodi Mauro Bolognini (1960) e lincontro con Claudia Squitieri e presentazione del libro “Claudia Cardinale. L’indomabile”.

Un ringraziamento di cuore a tutti gli iscritti e simpatizzanti che ogni anno ci permettono di realizzare questa meravigliosa manifestazione culturale. Grazie!

 

Anche quest’anno la manifestazione avrà luogo in uno dei centri più importanti della vita culturale delle Isole Eolie: dentro le mura del Castello nel Cortile

Banditi a Orgosolo. Gente che cerca la redenzione attraverso il lavoro manuale: nelle viscere della terra, in mare aperto, sulle colline, tirando le reti, tagliando il grano, estraendo lo zolfo. Gente che sembrava pregare attraverso la fatica delle mani.
Una porta chiusa dice di un fallimento, ma una porta chiusa ha sempre una fessura. Abitare la desolazione è possibile se si trova in essa un senso di provvisoria beatitudine, la stessa che spinge Giovanna Taviani, 26 anni dopo l’intuizione di Paolo e Vittorio Taviani di ambientare un film pirandelliano – Kaos del 1984 – di tornare in quei posti dalla pietra bianca e galleggiante, laddove ruzzolava da bambina.
È il 2010, il ritorno alle Eolie è tra cinema e realtà dove la realtà sono i testimoni delle isole che diventano “personaggi”, sia come comparse nei film del passato, sia in quanto hanno vissuto in prima persona le storie di fughe da isole di confino e abbandoni come la fabbrica dei cavatori della pomice dimenticata e fatiscente.

 

 

Note della Direzione Artistica della rassegna “Racconti d’estate”

“Tu saresti capace di piantare tutto e ricominciare la vita da capo? Di scegliere una cosa, una cosa sola e di essere fedele a quella”?
E’ una delle domande che Guido Anselmi (Marcello Mastroianni) pone a Claudia “la ragazza della fonte” in uno dei dialoghi più belli della cinematografia mondiale, nel film 8 e mezzo. Con quella domanda Federico Fellini svelava già il temperamento indomabile e la natura profondamente sfuggente che hanno dato espressione ai ruoli della lunga e straordinaria carriera di Claudia Cardinale.

La sua bellezza era emblema dell’Italia, “eppure c’era qualcosa in lei che faceva pensare al movimento silenzioso della sabbia del deserto” ci dice la figlia, Claudia Squitieri. Mara, Aida, Bianca, Angelica, Sandra, Jill, di quei tanti volti uno solo: quello di una donna in mezzo a tante donne capace di seguire i suoi sentimenti e la sua natura. Come attrice – dicono i registi che l’hanno diretta – appartiene alla categoria delle intuitive, quelle che vivono il personaggio dal di dentro.

E noi? Siamo capaci di guardarci dal di dentro, di osservarci da vicino senza rischiare di perderci? Ed ecco che spesso il cinema diventa il biglietto per un viaggio alla scoperta di noi stessi, di ritorno in quei luoghi dell’anima che abbiamo disprezzato, ma che in fondo ci appartengono. E’ il viaggio personale di Mario Martone nella Napoli degli Anni ’70, alla riscoperta di un artista, un uomo, molto amato che ha “ricominciato da se”: Massimo Troisi. Si interroga il “nostro” Massimo, anche quando parla d’amore, e ce lo racconta con uno stile e una capacità espressiva inconfondibile.

E’ un’istanza contemplativa il cinema, l’occhio che scopre le cose anche a distanza di anni. Il cinema come Memory Box che confina il proprio dolore nella scatola della memoria. Nella Beirut degli anni ’80, in piena guerra civile, dove i ricordi prendono vita dalle viscere di un diario, attraverso un confronto generazionale femminile e anche musicale.

Piccoli corpi che sullo schermo si guardano e ci guardano quasi a spronarci, a capire cos’è che non abbiamo ancora digerito e risolto fino in fondo. A volte, il cinema fa male. Lo sa bene il settantacinquenne Spielberg che ci offre il suo sguardo per poterci rivedere nel giovane protagonista del suo The Fabelmans.

“Le formiche hanno due stomaci: uno per il singolo e un altro, sociale, per i membri della colonia” dice Aldo Braibanti nel nuovo film di Gianni Amelio. Solitudine e comunità si confrontano, confliggono e si scontrano al cinema.

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