Michelangelo Pistoletto e la ricerca del Terzo Paradiso

di Fabio Alfano

 

Gli eventi, gli accadimenti, gli incontri della nostra vita sono certamente collegati e ci inducono, nel tempo, a maturare convinzioni, idee, comportamenti che guidano il nostro vivere e ciò che siamo ed esprimiamo nei confronti di noi stessi e degli altri.
Questo vale ovviamente per ogni essere umano, ma soprattutto per gli artisti che hanno, ‘per mestiere’, il ruolo di comunicare ciò che hanno compreso, sentono e vivono nel loro percorso di vita.
Ciò è accaduto naturalmente anche a Michelangelo Pistoletto, artista piemontese quasi novantenne di fama internazionale, che ha trascorso tutta la sua vita a fare riflessioni e ragionamenti su ciò che gli accadeva nel suo percorso esistenziale, per tradurlo poi coscientemente in un’arte che ha la precisa finalità di fare da riflesso agli altri.
Dai “quadri specchianti” al “Terzo Paradiso”, un potente simbolo e un movimento di pensiero e di azione ad esso connesso, passando attraverso un “arte povera” che mira all’essenziale (Venere degli stracci, 1967 o Oggetti in meno, 1965) viene fuori un complesso e profondo viaggio di conoscenza interiore dell’artista e del suo essere al mondo per il mondo.
I “quadri specchianti” (ritratti dipinti o fotografati su specchi) sono il primo passo per una necessaria conoscenza della realtà in cui siamo immersi e che non sempre riconosciamo, attraverso l’osservazione di noi stessi (autoritratto), poi degli altri e poi ancora del mondo che ci circonda attraversando una dimensione temporale, che mette insieme, tra riflessi dello specchio e icone effigiate, il passato tutto ancora da comprendere, il presente in continuo divenire, un futuro da costruire insieme.
Il “Terzo Paradiso” è il punto di arrivo di questo processo di consapevolezza personale che poi diventa collettivo: credere, voler vivere e proporre quindi all’umanità una nuova epoca, la terza, dove “natura”, ciò che abbiamo trovato (I epoca) , e “artificio’”, ciò che abbiamo realizzato (II epoca), si integrano, così come le arti e le scienze, in un rapporto di necessario equilibrio per dar vita “responsabilmente” ad un nuovo tempo di armonia e pace.

Il simbolo che sintetizza tutto questo è il segno dell’ infinito disegnato dall’artista con tre cerchi, reso materia, da lui o da chi lo ha fatto proprio, in migliaia di installazioni in svariate parti del mondo, anche a Palermo ai 4 Canti. Un simbolo che coinvolge migliaia di persone che sempre più aderiscono a questa idea di cambiamento, aprendo anche “ambasciate” per diffondere il progetto, realizzando in autonomia eventi in risonanza con esso o partecipando al giorno designato a celebrare questo tentativo di rinascita del mondo: il Rebirth Day , il 21 dicembre di ogni anno.
Una “Cittadella dell’arte” poi, nata a Biella per ospitare la fondazione, le opere e alcuni eventi organizzati da Pistoletto, fa da motore propulsivo a questo movimento certamente di consapevolezza che collabora, assieme a tutti gli altri movimenti che si muovono nella stessa direzione, a cambiare la nostra visione di noi stessi e quindi del mondo.

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