Temporalia. L’arte di Tonia Erbino

Temporalia. L’arte di Tonia Erbino

 

a cura di Ivana Margarese

 

 

Tonia Erbino nasce a New York nel 1974 e ben presto si trasferisce a Napoli dove frequenta il Liceo Artistico e completa la sua formazione artistica conseguendo, col massimo dei voti, il diploma di laurea all’Accademia di Belle Arti di Napoli.
Il suo lavoro è senza dubbio quello di un’artista singolare. Le sue opere sono un controcanto al rumore e alle frettolose performance che caratterizzano il nostro tempo. Le figure ritratte da Erbino appaiono sospese in un fotogramma congelato, come se qualcuno ne avesse disposte in una scena teatrale e là le avesse abbandonate in attesa di risvegliarle. Con le loro azioni bloccate si offrono in tutta la loro esilità. Non fanno niente di preciso, eppure raccontano: le attese, le disillusioni, gli invisibili fili che ci uniscono.

Mi fanno pensare a Angelus Novus di Klee di cui parla Walter Benjamin:

C’è un quadro di Klee che s’intitola Angelus Novus. Vi si trova un angelo che sembra in atto di allontanarsi da qualcosa su cui fissa lo sguardo. Ha gli occhi spalancati, la bocca aperta, le ali distese. L’angelo della storia deve avere questo aspetto. Ha il viso rivolto al passato. Dove ci appare una catena di eventi, egli vede una sola catastrofe, che accumula senza tregua rovine su rovine e le rovescia ai suoi piedi. Egli vorrebbe ben trattenersi, destare i morti e ricomporre l’infranto. Ma una tempesta spira dal paradiso, che si è impigliata nelle sue ali, ed è così forte che gli non può chiuderle.”

Protagonista dell’arte di Erbino è il soffio del tempo, che sollecita lo spettatore a guardare oltre, a spingersi verso ciò che non è più visibile. Tonia Erbino raccoglie ciò che si è spezzato o interrotto senza approdo e lo compone con dolcezza sulla tela, dove finalmente può raggiungerci.


I tuoi lavori mi fanno venire in mente un appuntamento sospeso. È come se mostrassero una tensione verso la relazione e al contempo questa direzione appare sospesa, quasi congelata, come a trattenere una intensità nell’opera.

La vita è un appuntamento in sospeso. Si attende qualcuno o qualcosa e si può decidere di andargli incontro, trasformando l’ attesa in un cammino.
Può anche accadere che l’ attendere o il camminare si  protraggano all’infinito, senza che alcuno giunga. Si rimane così in un ‘indeterminatezza di tempo e di spazio, in un luogo- non luogo,dove le relazioni sospese sono il frutto di un’ attesa mai colmata e di un cammino mai giunto a destinazione.
È questa l’ umanità che popola gli spazi nei miei dipinti .

Quali artisti sono stati importanti nella tua formazione?

Non ho avuto consapevoli riferimenti formali.
Ho amato la pittura di alcuni artisti , questo sicuramente , ho studiato le opere di tanti altri , certamente. Gli artisti che mi hanno affascinata sono diversi , soprattutto nel corso del tempo.
Ho studiato la produzione di Lippi ,di Michetti come di  Lucian Freud, ma non ho mai avvertito l’ urgenza di rifarmi a qualcuno poiché il più grande serbatoio al quale ho sempre attinto è stato quello interiore . La pittura è divenuta così un gesto terapeutico che si è sicuramente nutrita , maturandosi, della conoscenza della produzione  di grandi maestri.

Qual e il tuo rapporto con la materia del quadro?

Non considero il quadro una superficie,  penso piuttosto alla tela  come ad uno schermo sul quale proiettare il mio racconto interiore . La materia del quadro diventa quindi la  stratificazione di mie emozioni e mie esperienze che trovano espressione e prolungamento nella densità , nella pastositá, nel segno e  nella trasparenza .
Il dipinto diventa una mia appendice e ad esso resto legata visceralmente; l’ immagine prodotta , una sorta di parto  che non conduce ad una separazione.

A cosa stai lavorando per adesso ?

Nell’ultimo anno , mi sono dedicata , in pieno lockdown, ad una serie di opere confluite nel progetto pittorico dal titolo “Rooms”, in cui ho cercato di restituire il senso di attesa dell’uscita dalla pandemia ,raffigurando gli ambienti intimi e domestici in cui ho vissuto.
Negli ultimi mesi , invece , ho ripreso un progetto che avevo lasciato in sospeso per il sopraggiungere degli eventi e che comprende una serie di dipinti già realizzati e altri a cui sto dando vita.
Si tratta di una serie di opere che esprimono un ritrovato senso di libertà e la ricerca di relazioni umane più autentiche.

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