“Il silenzio degli oracoli” (Flavio Ferraro)

di Emanuela Tolomeo

La scrittura ‘architettonica’ nell’opera “ Il silenzio degli oracoli” del poeta Flavio Ferraro determina gli spazi in cui avviene la ricerca del sé e dell’ Assoluto che si discosta, nella forma, dai canoni della poesia classicistica e ne risignifica i contenuti.

 La ‘parola estrema’ è azione

farne confine,

 parola estrema.

 Uno spazio di chiarore,

 che io voglio varcare:

 uno stagliarsi,

 uno stare contro il cielo.”

Innalza le altezze stilistiche, delimita gli spigoli dell’anima, i fogli, bianchi come una corsa , afflato, e le cadute volute e vertiginose nello spazio vuoto

Attraversare non è nulla.

 Solo nel vuoto il vuoto si colma

 

Flavio Ferraro fotografato da Dino Ignani

 

Gli elementi naturali come strutture di equilibrio, l’ albero è leva che solleva la terra e ne capovolge l’ordine

“l’albero, che nessuna fonte

 nutrì; nato da sé, fonte

lui stesso: l’albero neve.

 Dai rami nudi, rivolti

verso il cielo; e le radici,

 fin dentro la terra.

 Per sollevarla.”

E il buio è luce e non c’è abisso nella discesa, si cade verso l’alto, cadere è essere accolti

più nera ancora

la mano che raccoglie.”

Lo svolgersi della storia alternanza di vuoti e pieni, segni che sono parole, versi. E la ricerca continua in  “Sarà il bastone a insegnarmi il deserto”, luogo in cui l’anima trova se stessa, le proprie radici archetipiche, spiritualiste fino all’eliminazione delle strutture di pensiero.

Sperimentale e astratta continua il passaggio attraverso la materia

“Sponda del lago, quanto

 per me indubitabile

 entro una macchia

 di faggi che si oscura

 se la guardi, senza sintassi

come fiori di novembre.”

Fino all’eliminazione della sintassi  come negazione della fede nelle strutture, “ le parole in cui non credo” scrive il poeta.

Decadenza ed esaltazione, climax costante di immagini e suoni fluidi, autunnali e luminosi insieme.

Parole-segni, nere come il buio mettono in luce il silenzio che è esso stesso luce e lo riempiono di significato nel percorso che ognuno di noi fa , nel  continuo chiedere a se stessi, in un mondo in cui la risposta è tutto, solo il silenzio dà le risposte all’esistenza umana.

Parole-elementi architettonici, angoli e pilastri che sorreggono il significato simbolico dell’opera, ‘ costellazioni’ ‘luce’, ‘non qui, lontano’, ‘siate chiare mie parole’, ‘sì, lo voglio’, continue esortazioni del poeta alla sua interiorità, fil rouge, raccordi in cui il poeta parla a se stesso, culmine sentimentale e  l’amore è la scrittura poetica, un insieme  che comprende il rapporto biunivoco tra bianco e nero  e che si interseca con i marroni autunnali , nutrimento visivo e in cui  le cadute danno il significato dell’esistenza e ne trovano un luogo simbolico.

Opera ricca, simbolica nella ricerca dell’Assoluto:i l  silenzio degli oracoli che non rispondono nel mondo contemporaneo, il Kali Yuga, così definito dal poeta, riferendosi all’epoca più oscura in cui lo splendore viene soffocato dai conflitti .

Un’opera letteraria  pura, ricca, completa.

 

 

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