Mutanti, di Marina Sardo

di Elisabetta Imperato

Sono ventisei i racconti presenti nella raccolta Mutanti di Marina Sardo, preceduti da un prologo (in cui parla la Luna, arcano maggiore dei tarocchi), e chiusi da un epilogo (in cui parla il Matto, altro arcano maggiore). Il volume è corredato dalle illustrazioni della stessa autrice, immagini dei collages che richiamano i temi dell’opera.

Nel libro, Marina Sardo costruisce un mosaico di trasformazioni interiori ed esteriori, in cui la realtà è spesso solo un punto di partenza per un viaggio che si spinge oltre il visibile. I racconti si muovono lungo il crinale sottile che separa l’esperienza concreta dall’elaborazione simbolica, e in questo equilibrio instabile risiede la forza del libro.

La cifra stilistica è quella di una scrittura   immaginifica, capace di evocare paesaggi interiori e situazioni liminali con un repertorio linguistico ricco e sfumato. In molti racconti, le storie dei personaggi vengono sublimate attraverso metafore potenti, a tratti visionarie, che caricano il testo di significati onirici. L’immaginazione diventa così un dispositivo conoscitivo, uno strumento per penetrare il senso nascosto delle cose.

Questa tensione immaginativa non è fine a sé stessa, ma si intreccia profondamente con una riflessione filosofica, disseminata nei dialoghi, nei silenzi, nei gesti minimi dei personaggi. La trasformazione — o meglio, il “mutamento” — non è solo tematica, ma ontologica: i racconti interrogano il divenire, l’identità, il tempo, il desiderio e la memoria, senza mai proporre risposte definitive, ma lasciando aperte crepe di dubbio e possibilità.

Uno degli aspetti più interessanti della raccolta è la sua capacità di coniugare introspezione e universalità. Le storie sono intime, spesso minime, ma nella loro essenzialità aprono riflessioni che toccano corde profonde dell’esperienza umana e della poesia. Come se ogni racconto fosse una fessura attraverso cui intravedere una sfaccettatura della verità, nella consapevolezza che ogni verità è parziale, provvisoria, soggetta a trasformazione.

La metamorfosi di un nuotatore, la storia fantastica e rarefatta del pittore Yosa Kiyoshi, l’esplorazione dell’identità, attraverso la metafora dello specchio, la casa di bambola di Petronilla Oortman, la figura di Maria di Maagdala, la fiaba platonica di Coralba, e altre storie, rivivono nella metamorfosi letteraria della scrittrice, dischiudendo possibilità interpretative inedite dei personaggi e dei luoghi evocati.

Mutanti è un libro che chiede attenzione e disponibilità all’ascolto. Non concede facili rassicurazioni, ma invita a sostare nella complessità. È un’opera che seduce con la forza della trasfigurazione poetica e trattiene con la profondità del pensiero. Un esordio maturo, che lascia intravedere un’autrice capace di attraversare i territori della narrazione con sguardo originale e consapevole.

2 Comments
  • Baldazzi Roberta
    Posted at 13:01h, 02 Giugno Rispondi

    Conoscendo l’autrice e la sua instancabile voglia di vita, la sua irrefrenabile e spiccata espressione artistica presente ovunque in se ed in ciò che la circonda, non poteva che creare delle storie che innescano il meccanismo della ragione e che lasciano il dubbio quel dubbio a cui ognuno di noi può dare risposta trasformandoci e mutando
    Grazie Marina

  • Maria Luisa Sanese
    Posted at 18:27h, 02 Giugno Rispondi

    Non vedo l’ora di leggere il libro di Marina Sardo.

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