Incompletezza di Deborah Gambetta, ovvero sui limiti della comprensione umana

di Nerio Vespertin

 

È un pregiudizio ancora duro a morire la convinzione che i grandi uomini e donne della ricerca matematica siano in qualche modo figure lontane dal mondo, rinchiuse nella loro dimensione esclusiva di superiorità. Più in generale, sono ancora molti a pensare che le teorie della logica e dell’algebra moderna siano concetti irraggiungibili, tranne che per pochi eletti e che la loro applicazione non abbia alcuna attinenza con la vita di tutti i giorni.

Per queste e altre ragioni, un libro come “Incompletezza” di Deborah Gambetta è un’opera affascinante e preziosissima, perché capace di avvicinare la vita e il lavoro del matematico Kurt Gödel a qualsiasi lettore, a prescindere dal livello di formazione. Ma soprattutto, di rendere le sue teorie e il suo immenso lavoro, comprensibili anche al grande pubblico, pur mantenendo un certo rigore scientifico.

Con una cura paziente e attenta ai particolari, con una prosa piacevole e mai pesante (nonostante il peso di talune spiegazioni), l’autrice si addentra nella cronaca degli eventi personali del matematico tedesco, ricostruendo i vuoti nelle fonti ufficiali. Una narrazione, dunque, che a tratti si fa aneddotica e variegata e a tratti si lancia nella ricostruzione storica vera e propria. Scopriamo così un lato umano disarmante, una storia familiare sofferta e una disperata volontà di riuscita. Quello che ci viene offerto è un quadro sorprendente della mente brillante e tormentata di Gödel, la cui vita è segnata da ansie, paranoie e una profonda convinzione nell’ordine divino. Un ordine, tuttavia, che riesce a trovare solo nei simboli matematici e nelle astrazioni algebriche.

Ossessioni, paure e disperazioni fanno costantemente da contraltare alle sue conquiste rivoluzionarie nella matematica moderna. In questo senso è soprattutto la figura della moglie Adele a sorprendere e commuovere il lettore. Personalità fortemente in ombra nelle consuete ricostruzioni biografiche, che in questo libro viene riscoperta e valorizzata sensibilmente: proprio lei, una ballerina conosciuta per caso in un locale notturno, di sei anni più grande di lui e con un divorzio già alle spalle, che si rivela col tempo una compagna inseparabile, sempre capace di ascoltarlo e sostenerlo fino alla fine. Una figura cruciale senza cui le conquiste di Kurt non sarebbero state possibili. Non con poca sorpresa, la narrazione restituisce profondità psicologica a ciò che la cronaca tecnica vorrebbe sintetizzare con poche note biografiche a margine. Ma non solo.

L’immenso lavoro di ricostruzione di Gambetta trova spazio soprattutto nella contestualizzazione del quadro storico e politico dell’Europa del secolo scorso. Un mondo in bilico, attraversato da una profonda ansia di conoscenza, affamato di ordine ma incapace di raggiungerlo. Le speranze, le ossessioni e le scelte di Kurt Gödel sono tracciate partendo direttamente dalle sue parole, rinvenute dall’autrice nelle lettere e negli appunti d’epoca e inserite in un quadro sociale e politico più generale. Un lavoro imponente, che fornisce al lettore un punto di vista straordinario. Ben lungi dallo stereotipo dell’arido studioso, chino sui libri e lontano dalla realtà, quello che scopriamo è il volto di una persona attenta ai problemi della sua gente: un uomo del nostro tempo.

Se ci fermassimo ora a queste sole qualità, “Incompletezza” sarebbe certamente una bella lettura, un’opera grandiosa, piena di riferimenti culturali multidisciplinari, ma tutto sommato un’opera per nulla innovativa.

Ciò che la rende invece unica e irresistibile nel suo genere è l’approccio immersivo che l’autrice ha scelto per costruirla.

Gambetta non si è semplicemente limitata alla raccolta delle fonti, allo sviluppo della ricostruzione storica e alla spiegazione dei principi matematici di Gödel. Nel confrontarsi con la natura della mente geniale e tormentata del matematico, Gambetta ha scelto di raccontare anche la sua sfida personale nel comprenderla e ‘conoscerla’ oltre i testi.

Partendo da una posizione di totale ignoranza dei concetti algebrici e logici, come ammette ella stessa, l’autrice raggiunge una comprensione profonda e puntuale e lo fa gradualmente, dando così al lettore la possibilità di seguirla. Prima elaborando le teorie nel contesto del loro ideatore, provando a spiegare che senso potessero avere per lui, quindi tracciandone il parallelo nella propria vita, mettendosi costantemente a nudo. La sua storia di scrittrice si intreccia e a tratti si confonde con quella di Gödel: le sue angosce e le sue paure coincidono. Ed ecco che persino il principio logico dell’incompletezza dei sistemi algebrici ha un senso profondissimo e vicino alla vita di tutti i giorni: la sua formulazione diventa la definizione stessa della nostra esistenza. Ci rivela i limiti a cui la mente umana può giungere.

In molti passaggi del testo si ha quasi l’impressione che le due figure si sovrappongano, dando adito alla stessa ansia di fondo di non riuscire ad autodeterminarsi, di non poter completare l’opera prefissata. Non è un caso, infatti, che una buona parte del libro si concentri sulla lotta interiore del matematico, riportando senza filtri le sue paranoie, le sue ansie e la sua tragica fine per inedia. Partendo da queste, l’autrice si fa carico spesso del loro senso, raccogliendole e rielaborandole nel proprio vissuto, coniugandole con considerazioni proprie e confessando la propria lotta per la comprensione. Il risultato è un livello di profondità emotiva travolgente che trascina in modo irresistibile il lettore fino all’ultima pagina. “Incompletezza” è quindi un’opera che va oltre la semplice biografia, offrendo una riflessione profonda sulla matematica, sulla vita e sulle sfide personali.

Ecco che quella che era cominciata come una semplice lettura su un matematico del secolo scorso, una figura per molti sconosciuta e distante, si è trasformata nella cronaca frenetica delle nostre stesse difficoltà quotidiane.

È di noi che parla questo libro: della nostra lotta, come esseri umani, nel comprendere il mondo che ci circonda.

 

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