Il potere del sé

di Elisa Audino

 

Tribunale.

 

Dica lo giuro.

Lo giuro.

 

Venticinquesima risonanza e ce l’ha ancora con me, mi ritiene responsabile.
M., un giorno scriverò un articolo su di lui dal titolo Il poeta inesistente, è in isolamento in attesa di trapianto di fegato. Qualcuno dovrà morire.

 

Gli abbiamo lasciato una lettera in reparto. Mi ha risposto durante la notte, consapevole di essere una goccia nella venatura del vetro.

Mio figlio ha suonato in modo meraviglioso questa mattina, le finestre aperte sulla strada. Sono uscita sul terrazzo a cercare qualcuno in ascolto, ma era tutto deserto, le porte sigillate, solo un anziano, accanto al cancello.

Ho rimandato la visita a mio padre, resto seduta in silenzio e poi scappo.
Ho sostituito quell’ora con una telefonata a un amico che mi vuole bene, di ritorno da una presentazione di autori locali a cui non sono stata invitata. L’organizzatore ha scontato una condanna per pedopornografia e induzione alla prostituzione minorile, dice che mi conosce, ma come mai la gente non sa nulla di lui.

 

Da giorni parlo a lungo con F., del suo conforto, della sua poesia e della sua ampia risata non ti confido nulla.

Mentre tu, mi dici, hai finalmente fatto l’amore e, al pari di F., mi dici che devo trasformare la mia giornata.

Io decido.

 

Un mese fa volevi suicidarti, ora che hai scopato mi dici come migliorare la mia vita.

 

Dica lo giuro.

Lo giuro.

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