
16 Apr Ti darei un bacio. Carla Lonzi è tornata
di Ivana Margarese
Ti darei un bacio. Carla Lonzi è tornata (a cura di Annarosa Buttarelli) è un libro corale che sin dal titolo manifesta uno slancio di “sonora” gratitudine verso una figura irriverente e poliedrica: Carla Lonzi.
Cosa rimane, cosa ci riguarda oggi del pensiero di Lonzi? Quali spostamenti ha consentito e continua a consentire? Quali paure e quali desideri mette in luce? Come ha cambiato finora il cammino delle donne?
Provano, partendo ciascuna da sé, a rispondere le diverse autrici ( Annarosa Buttarelli, Olivia Guaraldo, Laura Graziano, Rosella Prezzo, Marinella Antonelli, Stefania Calzolari, Lia Cigarini, Loredana Rotondo, Gianna Mazzini, Maria Luisa Boccia, Francesca Mellone, Donatella Franchi, Manuela Fraire, Monica Farnetti) che ci restituiscono, attraverso la loro testimonianza a più voci, un’immagine caleidoscopica e multiforme di una filosofa simbolo della lotta per la libertà femminile.
Carla Lonzi, a quarant’anni dalla morte, è infatti presente nei percorsi e negli immaginari odierni, basti verificare le numerose tesi di laurea, i seminari, i gruppi di lettura, le opere d’arte a lei dedicate. Scrive Buttarelli: “La sua figura, forse, ha guadagnato l’essere un’origine continuamente zampillante di senso, con una esemplarità immortale”.
Ti darei un bacio. Carla Lonzi è tornata offre una costellazione di riflessioni – o forse sarebbe meglio dire di diffrazioni – su un pensiero capace porsi a partire da sé come processo filosofico e relazionale di trasformazione incarnata. È prezioso nel pensiero di Lonzi il richiamo all’irriverente e all’imprevisto come ciò che sottraendosi alla logica binaria genera scintille di possibilità e altre aperture d’esistenza. Un linguaggio, quello di Lonzi, vicino all’esperienza, alla costante ricerca “dell’espressione corrispondente con la vita”. Vita sempre intimamente relazionale e autentica, capace di abbandonare i luoghi e i mondi precostituiti.
“Carla Lonzi, per me – scrive con appassionata acutezza Manuela Fraire – è questa capacità di leggere tutto in modo inedito. Di leggere, per esempio Hegel, sul quale sputa, non certo perché pensi che la filosofia sia inutile, o perché pensi a Hegel come a un cretino, ma perché c’è un modo inedito di leggerlo. Lei è la donna dell’inedito, del coraggio dell’inedito. L’importante è non imbalsamarla e vedere come ha contaminato il pensiero delle donne che sono venute dopo”.
Ci sono dei gesti che non sono mai compiuti, che non si fanno una volta per tutte, che occorre ripetere per dare loro consistenza. Questo ritornare svela la natura intima di ogni autentico incontro, che si rivela produzione continua di resti nel fare i conti con la non esaustività di ciò che pensiamo e che pensa l’altro. Il pensiero in relazione è un accadimento, ha un aspetto evenemenziale che non può essere eluso affidandosi a un modello astratto.
Tra i contributi proposti compare anche quello di Gianna Mazzini, regista di Alzare il cielo, documentario dedicato a Lonzi all’interno del ciclo RAI “Vuoti di memoria. Uomini e donne da non dimenticare.” ideato da Loredana Rotondo ( presente anche lei nel testo).
Mazzini riporta una frase di Lonzi assai significativa: “Ho un momento di felicità non voglio neppure muovermi dalla sedia per paura che passi”: “Questa frase – scrive Mazzini – mi ha colpito molto quando l’ho letta per la prima volta, perché mi faceva essere lì con lei, in quell’istante, e perché sembrava parlare di un tipo di felicità che riconoscevo. Anche Francesca Archibugi nel documentario parla di Carla Lonzi come di una donna che ha vissuto cose drammatiche e che pure non ha avuto un’esistenza drammatica. Anzi, felice. Anche nel dolore ogni cosa per lei aveva un senso”.
Ricerca di felicità e di senso, congiuntamente, mi sembra un modo fecondo per ritrarre il percorso umano e filosofico di Carla Lonzi, la sua lucida sfida alle verità precostituite e definitive, il suo spingersi persino a parteggiare per la momentanea sconfitta piuttosto che per la vittoria truccata:
“Siamo destinate continuamente a cadere e sparire, il nostro percorso è seminato da prove infide, finché appunto fra donne non si smaltiscono tutti i miti, anche quelli del femminismo, anche quelli prodotti dalle donne”.
Ti darei un bacio. Carla Lonzi è tornata è libro felice, una tessitura che avvicina in modo pieno e forte a quello zampillare di pensiero di cui ancora oggi sentiamo inestinguibile bisogno.
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