Perpetuo Wine Fest. In dialogo con Franco Rodriquez

a cura di Ivana Margarese


Perpetuo Wine Fest
è un evento organizzato da AIS Trapani, Associazione Italiana Sommelier, che si svolgerà il 25 e 26 ottobre 2023 a Misiliscemi, neonato comune della provincia di Trapani, a metà tra i territori di Marsala e Trapani.

Il Festival, giunto alla seconda edizione, vuole rimettere al centro della scena vitivinicola i vini a carattere ossidativo, di cui la Sicilia vanta una storia secolare grazie al vino Marsala. L’intenzione è quella di recuperare un’antica tradizione del passato per guardare al futuro, come dimostra chiaramente l’ospite di questa edizione Oscar Farinetti, autore del libro “10 mosse per affrontare il futuro”.

Abbiamo dialogato con Franco Rodriquez per imparare qualcosa in più su questa iniziativa.



Comincio con il chiedere come e da quali esigenze nasce il Perpetuo Wine Fest.

Il Perpetuo è il nostro passato, il vino del nostro territorio e della nostra tradizione contadina, la sola vera cultura della quale disponiamo, recuperarlo e valorizzarlo, degustarlo e portarlo al centro della scena, conoscere chi lo custodisce e chi lo produce, comprenderne appieno la “naturale” qualità ci consente una lettura chiara e completa del presente. Il nostro presente è il “Marsala”, che occupa di diritto un posto privilegiato nella storia universale del vino. Gli Inglesi lo “estrapolarono” dal perpetuo, dapprima aggiungendo soltanto alcol, poi, anche mosto cotto e mistella per farne un “Sicily Madeira”. Ottennero un successo internazionale senza precedenti. Fu una vera panacea per i loro interessi commerciali ma, va riconosciuto, anche grande ricchezza per tutto il comparto vitivinicolo siculo-occidentale. Oggi, per varie ragioni, talune inevitabili, il successo commerciale del Marsala si è parecchio ridimensionato e, dunque, abbiamo pensato da “comunicatori del vino” di contribuire ad una riflessione su passato e presente con tutti i protagonisti per poter ipotizzare un futuro per i nostri vini.

In passato le famiglie che potevano permettersi di conservare, anzi, “perpetuare” questo vino lo destinavano per festeggiare le grandi occasioni: la nascita del figlio maschio, un battesimo, il matrimonio della figlia, la riuscita di un buon affare. Il possesso di una botte di perpetuo o di vino vecchio costituiva un vero e proprio privilegio di cui potersi vantare. Una virtù da tramandare alle nuove generazioni. Questa antichissima tecnica e tradizione fu messa in crisi dall’industrializzazione degli inglesi. I vini di Marsala, autentici racconti di vita, si tramutarono in banale commercio. Le nuove priorità erano i prezzi contenuti per un mercato sempre più vasto, ampia disponibilità di prodotto in tempi brevi. Cosa è cambiato oggi?

E’ cambiato tutto perché è cambiato il mondo. Il Perpetuo può destare grande interesse ma, attenzione, a noi non interessa fare mera “archeologia enologica”, ne tantomeno pensiamo che il perpetuo possa risollevare da solo le sorti economiche di un comparto fondamentale della nostra economia, per quello c’è il commercio, mai banale! E’ proprio quando il commercio è venuto meno che molti nostri contadini hanno deciso di non “perpetuare”, primum vivere, deinde philosophari, e questo è anche uno dei motivi per i quali i sommelier hanno deciso di riportare il Perpetuo all’attenzione di un pubblico che speriamo possa essere più ampio possibile. Noi, piuttosto, pensiamo possa occupare uno spazio di “nicchia” tra i vini fortemente territoriali e di qualità e poi c’è il presente, il Marsala, che oggi alcuni produttori hanno restituito a standard qualitativi molto elevati e che il rinato consorzio di tutela tenterà di rilanciare. Poi verrà il futuro.

 

La sua professione di sommelier racconta di una passione che l’avrà certamente portata a numerosi incontri. Se dovesse spiegarci in poche parole cosa ha imparato in questi anni di attività cosa ci direbbe?

Ho imparato la “tecnica di degustazione”, per conoscere i vini ma, più in generale, per conoscere il mondo: calma e silenzio per ascoltarne il flusso, uno sguardo attento per comprenderne le vicissitudini, un respiro profondo per apprezzarne il fascino, un sorso pieno per coglierne nobiltà e miserie, una pausa di riflessione per arrivare a sciogliere, se ve ne fossero, i dubbi, poi, infine, se tutto è al suo posto, l’emozione infinita della contemplazione dell’armonia.

Con il termine “perpetuo” si intende qualcosa che non ha fine, che dura in eterno o che cela degli elementi che gli permettono di non finire mai. Ecco che tema della seconda edizione del Perpetuo Wine Fest è “Quale futuro per i nostri vini?”. Dal momento che lo sguardo sul futuro è un’esigenza viva nel complesso momento storico in cui viviamo rivolgo anche a lei questa domanda.

Per questo abbiamo chiesto ad Oscar Farinetti di venire a presentare al “Perpetuo Wine Fest” il suo nuovo libro “10 mosse per affrontare il futuro”. Conoscendo il Perpetuo che è si il passato ma un passato in continua, perpetua, evoluzione, conoscendo il presente “il Marsala” che fu l’innovazione del primo dettata dai tempi (aggiunta di alcol per facilitare il trasporto), io oserei pensare ad un vino futuro, figlio della tradizione, da portare a tavola, magari meno ossidato e sicuramente con meno alcol, un “pensare locale ed agire globale e viceversa”. Un futuro aperto al cambiamento, come suggerisce Farinetti, ma in armonia con la tradizione, d’altra parte Gustav Mahler, grande compositore che di armonia certo si intendeva parecchio, soleva dire “La tradizione è custodire il fuoco, non adorare le ceneri”, ecco perché al “Perpetuo Wine Fest” abbiamo invitato le “parti”, rispettandone differenze di interessi e prospettive e promuovendo, nel contempo, un sereno confronto dialettico fra le stesse. Non crede anche Lei, anche volendo generalizzare e mettendo da parte l’argomento enoico, che un sereno confronto dialettico fra le parti possa essere un viatico rassicurante ed ottimistico per il futuro? Io spero di si.

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