Undrowned. Lezioni di femminismo Nero dai mammiferi marini

a cura di Ivana Margarese

 

“Posso sentire ciò che ancora non posso vedere. Posso creare un mondo di risonanze. Viverci. Attraversarlo”. Queste parole sono tratte da Undrowned. Lezioni di femminismo Nero dai mammiferi marini di Alexis Pauline Gumbs, libro originale e di rara intensità che, richiamando i lettori alla partecipazione, si propone come innovativa guida all’inannegamento, un manuale di sopravvivenza che muove dall’esempio sovversivo e trasformativo dei mammiferi marini.
Un testo in cui le pratiche naturali divengono metafora svelando un nuovo approccio, ecopoetico e politico, per cercare la nostra comunità in ciò che è nascosto, sommerso, scuro e sacro, ed esplorare profondità di cui non sospettavamo l’esistenza.
Undrowned. Lezioni di femminismo Nero dai mammiferi marini vuole essere non tanto una critica ai manuali scientifici quanto piuttosto un’offerta di condivisione oltre la presunzione di oggettività, che ha finito per produrre un linguaggio violentemente colonizzante di nei testi sui mammiferi marini, le loro vite, le loro famiglie, le loro capacità e le loro lotte.
Gli inannegati sono coloro che respirano, i sopravvissuti e le sopravvissute. Respirare in circostanze irrespirabili è, secondo Gumbs, quello che ogni giorno facciamo nella morsa soffocante del patriarcato e del capitalismo.
Continuiamo a inannegare e a respirare e il nostro respiro è collettivo:

“Qual è la portata del respiro? Certo, puoi metterti la mano sul petto e sentirlo riempirsi e svuotarsi tutto il giorno. Ma è davvero questa la sua portata? Scambi aria e sostanze chimiche con chiunque in una stanza, chiunque tu abbia incrociato oggi per strada. La portata del respiro si limita a una specie? Tutti gli animali partecipano a questo scambio di emissioni vitali. Ma non senza le piante. Le piante, con il loro processo inverso, rilasciano ciò che ci serve e prendono ciò che diamo senza che ci sia bisogno di chiederglielo. E il pianeta, avvolto dal respiro dell’oceano, respira nel cielo. Qual è la portata del respiro? Ne fai parte, ora. Non sei sola.
E se la scala del respiro è collettiva, se travalica le specie e la senzienza, lo è anche l’impatto dell’annegamento”.

Undrowned contiene una testimonianza e delle indicazioni per cominciare a respirare in modo diverso, traendo insegnamento dalle mammifere marine e dalle loro capacità nel non annegare per la nostra evoluzione.
Nell’introduzione Alexis Pauline Gumbs scrive:

“Mi identifico come mammifera. Mi identifico come donna Nera che discende ed è plasmata da un gruppo di persone transustanziate in proprietà e rapite dall’altra parte dell’oceano. E, come molte di noi, provo una sincera e semplice attrazione per le meraviglie della vita marina. Così sono andata all’acquario e ho comprato entrambe le guide sperando di imparare qualcosa sulle mie compagne.
Io volevo solo imparare a riconoscere le diverse balene, e invece mi sono ritrovata a dover affrontare i costrutti coloniali, razzisti, sessisti, eteropatriarcali e capitalisti che cercano di uccidermi – la rete in cui sono già impigliata, per così dire. Perciò come faccio a dirvi chi e cosa ho visto?”

Ecco che mentre impara a conoscere meglio i mammiferi marini, l’autrice scopre come guardare tra le pieghe del linguaggio, attraverso le pratiche poetiche che le permettono di trovare se stessa e amarsi in un mondo che ogni giorno sembra affibbiarci un nome sbagliato: “E ho provato tanto amore e umiltà. Ho provato tanto stupore e un senso di possibilità. Dovevo mostrarti che cosa provavo”.
Così ogni giorno decide di postare sui social media le sue scoperte sulle mammifere marine che si rivelano forme di vita in grado di insegnarci qualcosa sulla vulnerabilità, sulla collaborazione e sull’adattamento.
Questi ultimi sono tutti elementi necessari per convivere con il cambiamento, tenendo anche conto del fatto che uno dei più profondi mutamenti che stiamo vivendo e plasmando, in questa crisi climatica, è l’innalzamento degli oceani. Un’altra minaccia per il nostro respiro è stata la pandemia esplosa proprio mentre la scrittrice stava inviando la revisione di questo libro.
“Il mio obiettivo qui – dichiara la ricercatrice – in quanto apprendista che si affida alla guida delle mammifere marine esperte, è immedesimarmi, identificarmi con. Vedere cosa succede quando ripenso e riprovo le mie relazioni, possibilità e pratiche ispirandomi alle loro relazioni, possibilità e pratiche. Si tratta di una strategia emergente. Se la trama delle comunicazioni sotterranee degli alberi, la resilienza del dente di leone e la reattività delle reti micellari possono ispirare nuove forme di relazione intra e interspecie, lo stesso possono fare le mammifere marine esperte. E sono emergenti, in tutti i sensi. In questo libro perlopiù metto in discussione me stessa, e voi. E così potremo continuare a riflettere su ciò che è possibile da qui (e qui e qui)”.
Ciò che colpisce di questa lettura è l’approccio che intreccia il sentire personale alle osservazioni naturalistiche permettendo un nuovo linguaggio che metaforicamente riporta ai lettori il flusso delle maree. Si entra in contatto con Alexis, femminista Nera queer, evangelista dell’amore e apprendista mammifera marina, e allo stesso tempo con un coro di voci in un’orizzonte che mescola insieme il qui e ora con i tempi che ci hanno preceduti e che verranno.
È infine un libro che del manuale conserva la possibilità di essere letto e riletto e di trovare riparo nelle pratiche guidate, di gruppo e individuali, che in conclusione si accompagnano alle meditazioni del libro:

“Il respiro è una pratica della presenza. Una delle caratteristiche fisiche che condividiamo con i mammiferi marini è il modo di processare l’aria. Il loro respiro è molto simile al nostro. Nonostante passino la maggior parte del tempo in acqua, non hanno branchie. Anche noi, sulla terraferma, spesso ci muoviamo in contesti in cui sembra impossibile respirare. Ma dobbiamo farlo. I processi di adattamento operati dai mammiferi marini in fatto di respirazione sono per noi un elemento cruciale da osservare. Non solo in rapporto alla nostra sopravvivenza in un’atmosfera inquinata su un pianeta che sta per essere sommerso, per causa nostra, ma anche in rapporto alle nostre scelte di vita, alla nostra relazione consapevole gli uni con gli altri […] per riflettere su ciò che ci impedisce di respirare, e sulle conseguenze di una società che antepone il profitto al respiro. Possa il nostro respiro aprirsi alla possibilità della pace”.

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