21 Set Chiara Albanese: poesia come prossimità
a cura di Stefania Onidi
( le illustrazioni sono di Stefania Onidi)
Siamo fatti di legami. Fili comunicativi si sciolgono e s’intrecciano continuamente, disperatamente, fra noi e gli altri.
Avvolgendo passo dopo passo i fili di queste relazioni, di questi continui disvelamenti, Chiara Albanese, alla sua prima e sentita prova poetica, ci rende partecipi di un territorio intimo e geografico, una geografia delle relazioni e della memoria che ci apprestiamo a percorrere con reverenza e con pudore, come entrando in una stanza privata. Con fare induttivo, partendo da un dettaglio: un oggetto, un gesto, una luce improvvisa, una parola pronunciata di sfuggita, Albanese ci mostra nuove dimensioni del quotidiano, moltiplicando i nostri punti di vista e aprendoli a prospettive plurali e non consolatorie. Ci accompagna in questo viaggio lo sguardo bambino di un “cormorano Bryan”: lo slancio al volo di una infantile presenza, quel bambino invisibile mai posseduto, mai cólto dallo sguardo di adulti (una madre, un genitore, una maestra) che non sa contenere se non orrore e dolore per questa perdita. (…) Riparare è ricomporre (“si cuce unendo le due metà”) le parti di un tutto che si sono separate, creando una disarmonia naturale o relazionale (un terremoto, la difficoltà di un rapporto anche generazionale, l’incapacità di amare e essere amati). È perciò necessario per tutti il gesto del guardare dentro, dell’agire quello sguardo interiore che non ha bisogno di occhiali, come sottolinea la bambina che “mi toglie gli occhiali e se ne va”, nella poesia che più fra tutte è un omaggio alla maestra Anna Maria Farabbi.”
Dalla Prefazione di Loredana Magazzeni
Damocle scese sulla terra
la mamma macchiava le lenzuola, io di cera rimanevo sola
sull’mp3 l’incipit dell’angelo al Gaslini
e riannodavo gli elementi di una storia
mai conosciuta
sms sbriciolati sulla tavola.
Anche se ho perso la fame riconosco
nonna che mi affetta quel pane di metallo
fatto con levità e pazienza. Tessuto d’odio.
Allora le posate si alzarono,
urlammo lungo i corridoi di notte
noi tre, o forse eravamo solo io e lei.
Damocle scese sulla terra
e mi confidò
«Ascolta e non dire nulla. Parla e sarai ripagata»
*
È tramonto
È tramonto
e questo bianco riflessato
si riversa e scuote alla finestra. Lo senti il tintinnìo?
Riscalda tra onde trascorse e balsamiche:
resto spezia di mare,
ti parlo delle grotte corollate e delle vie
che s’inerpicano dalla testa al calcagno.
Ripensandoci era il tramonto imballato
scatola di cioccolato.
Appunti di genealogia
Il mio supplizio
è quando
non mi credo
in armonia.
G.UNGARETTI
La maternità ha fatto le sue visite notturne.
La radice forse ha sete e viene a reclamare
con forza la sua linfa.
Cara madre,
asciuga questi sassi, servono
e spuntano fitti fitti come il grano.
Di vanga di aratro che hai menato
lanciato oltre il muro della Mondarola.
Mentre un padre chiama un altro padre
che stringe una figlia che sbuccia
una pesca rosata
alla madre resta solo di assorbire liquidi incongrui, poco spazio per la sete
e niente macedonie con lo zucchero.
Nasce la figlia, nasce la figlia!
Oh come giace,
come risultato variegato
pistacchio e stracciatella
forse è sempre la più bella.
Guarderà Beautiful
Si aggiornerà
non è tutto un campo di lillà.
Siamo stati così ingenui?
Ora questa figlia diventerà due madri.
Occhi: cerchi intorno blu
Fuori piove
il lampo folgora le gocce
dentro una narrazione giallastra
che suonando atterra e trema
ascolta mi dice la vecchia cieca
chiudi il libro studia questa pioggia.
*
A.M.FARABBI
Acqua gettata via,
acqua impazzita.
Giallo nuvoloso sul forte,
in alto sulla collina.
Mi porto per strade tortuose
E circondandomi di nebbia azzurrina
Riesco ancora a scorgere il pendio.
Scende al sentiero una bambina
Mi toglie gli occhiali e se ne va.
*
Bryan e la maestra
Poco prima di Natale, terzo piano 1ª C
Passettino passettino
Lei lo vede questo bambino,
povero nulla lei non lo fila
dritto per dritto non si rigira,
come sempre come una trottola.
Cammina cammina
Sempre di fretta lei deve andare.
Nella sua casa buia e sporca
trova una foca che l’ascolta
e le giraffe silvia filomena adriana
lei se ne infischia le fanno pena.
Girava beata sotto velata,
il guano a fatica lei distingueva e mai che capisse
che il bittone è diverso
dal cormorano Bryan
empatia è libertà.
Ma ormai passettino passettino
il bambino è già partito
e non l’abbiamo salutato
era nato qui era nato qui.
Oracoli del Sud
La croccantezza
è sempre la stessa:
un frusciare d’ali
il vento che fiata
e la voce gialla.
Roca di grotta e faglia
*
Piccola palla
Piccola palla
sul mare sei tornata,
il filo ha trovato una posizione
e oggi gira intorno ai sassi.
Bianca schiuma che rilassa le membra
spalmate sull’arco
della casa costruita. Costruisci.
Dona, plàsmati di chiarore
e stringi le colorate strisce
che ritroverai nella tua festa.
Chiara Albanese, Il cormorano Bryan, Puntoacapo Ed., Pasturana (AL), 2020
Biografia
Chiara Albanese è nata nel 1984 a Genova, dove risiede. Nell’ambito del Premio Nazionale di Poesia “Oreste Pelagatti” nella città di Civitella del Tronto (XVIII Edizione) ha ricevuto menzione speciale nella Sezione poesia inedita con l’opera Muscoli tesi. Ѐ presente nell’ antologia “Elogio alla follia” (Collana Fuorionda, Edizioni Divinafollia, a cura di Ivano Mugnaini e Silvia Denti, 2019). Laureata in Conservazione dei beni culturali, si è dedicata al restauro per diversi anni. Oggi lavora come educatrice. Recita in un laboratorio teatrale di ricerca espressiva (Associazione Gaucho). Scrive dall’adolescenza poesie e racconti. Il cormorano Bryan è la sua opera prima pubblicata per i tipi di Puntoacapo nel Settembre del 2020 e che ha ricevuto menzione d’onore nella Sezione libro edito di poesia nell’ambito del Premio Nazionale di Poesia “L’arte in versi” nella città di Jesi (X Edizione).
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