Arte al femminile. Dialogo con Maria Antonietta Spadaro

Arte al femminile. Dialogo con Maria Antonietta Spadaro

a cura di Giovanna Di Marco

Si è svolto il 14 dicembre scorso, presso la sede della pinacoteca della Fondazione Sicilia di Villa Zito a Palermo, il primo incontro della sedicesima edizione di conferenze di Arte al femminile. Promotrice dell’iniziativa è Maria Antonietta Spadaro, architetta, storica dell’arte e instancabile entusiasta dell’insegnamento della disciplina ben oltre la scuola o gli ambiti accademici, ma attraverso le istituzioni o lavorando sul campo: a lei si deve la “riscoperta”, in una villa bagherese, dell’altare gaginiano andato disperso, che accompagnava il dipinto Lo Spasimo di Raffaello o il “riconoscimento” di Charlotte di Borbone come la protagonista di un ritratto muliebre, collocato presso il Palazzo delle Aquile di Palermo.

Gli incontri di Arte al femminile, fortemente voluti da Spadaro, hanno aggregato nel tempo tanti studiosi, che hanno riflettuto e disquisito su personalità di artiste e sulla loro opera, andando oltre la classica tripartizione del figurativismo e approdando ad altre forme, secondo un principio universale dell’arte; è interessante notare poi come queste riflessioni, costanti nel tempo (soltanto il Covid ha in qualche modo bloccato il loro svolgersi) sia ancora oggi un virtuoso esempio del concetto di ‘glocale’: dalle riflessioni su artiste siciliane o legate alla Sicilia, a quelle su artiste note e vissute in ambito internazionale. Tutto ciò ha fatto sì che l’isola diventasse la periferia privilegiata per l’osservazione delle estetiche e delle correnti più all’avanguardia, legate al tema del femminile. E a non essere da meno.

Ci parli delle attività di ANISA e della sua organizzazione territoriale.

L’Anisa è nata a Roma nel 1951, quasi immediato dopoguerra, con l’obiettivo di dare statuto giuridico alla Storia dell’arte nei licei classici: infatti la materia era considerata tanto superflua da assegnare a docenti disponibili di altre discipline (in genere materie letterarie) quell’unica ora settimanale. Dopo una dura lotta le agguerrite colleghe di allora riuscirono a far istituire una classe di concorso specifica. Si tratta di battaglie proseguite nel tempo e portate avanti da Anisa in sintonia con grandi storici dell’arte da Argan a Calvesi e molti altri, tuttavia è ancora necessario impegnarsi perché si comprenda il grande valore formativo di tale disciplina nelle scuole. Oltre al direttivo nazionale Anisa, di cui sono membro, esistono le sezioni provinciali: per Palermo ne sono la rappresentante. Tra le tante attività l’Anisa ha istituito, di concerto col ministero, dal 2006 le Olimpiadi del patrimonio, concorso nazionale molto importane per incrementare nelle scuole superiori la conoscenza e l’interesse per i Beni culturali. A Palermo l’Anisa, sorta negli anni 50 e impegnata nella didattica museale e dei Beni culturali, ha ideato nel tempo percorsi didattici d’intesa con i principali musei cittadini, organizzando diversi corsi di formazione per i docenti. Come Anisa sono stata per anni consulente del Comune per quel meraviglioso progetto didattico, Palermo apre le porte. La scuola adotta un monumento, che ha contribuito non poco dal 1995 a quella ‘rinascita’ della città, che oggi rimpiangiamo.

 

Arte al femminile: siamo alla XVI edizione di questo ciclo di conferenze. Ci spieghi l’importanza di questo tema e quale approccio metodologico si è posta.

Consapevole del fatto che le donne nella storia come nell’arte e in ogni campo della cultura sembra non siano mai esistite, soprattutto nel passato, ho pensato fosse necessario accende i riflettori su tante personalità il più delle volte dimenticate. Così, quasi per gioco, organizzai il primo ciclo di conferenze invitando amiche storiche dell’arte a parlate di artiste, scelte senza limiti di tempo e di luogo. L’idea piacque e gli incontri hanno riscosso sempre più successo, mentre tante relatrici e relatori, non solo siciliani, si offrivano per presentare figure interessanti. Non ho mai pensato ad un approccio metodologico preordinato, ho lasciato che ognuno organizzasse il proprio intervento in modo libero. Ogni incontro tratta di artiste lontane nel tempo o contemporanee: pittrici, scultrici, fotografe, architette, designer, musiciste, ecc. con vite complesse e spesso drammatiche.

 

Questa rassegna ci propone artiste molto diverse tra loro: passiamo infatti dalla pittrice Frida Kahlo (ormai quasi un’icona perché riconoscibile bel oltre i confini della storia dell’arte), alla cineoperatrice Rita Consoli, all’architetta e designer Charlotte Perriand, tra le altre. Qual è il denominatore comune che ha portato alla scelta di queste artiste per questa edizione?

 

Il denominatore comune riguarda solo l’essere donne. Circa dieci anni fa, un architetto di Roma (purtroppo da poco scomparso) mi propose di parlare dell’architettrice romana del 600, Plautilla Bricci, che io non conoscevo. Oggi, dopo il bel romanzo di Melania Mazzucco e la recente mostra romana, Plautilla sta conquistando la fama che merita: fu la prima architettrice della storia. Abbiamo avuto il piacere di ospitare il Prof. Vieri Quilici, fratello di Folco, che ci ha parlato della madre pittrice, Mimì Buzzacchi Quilici, interessante artista. Trovare un denominatore comune tra personalità tanto diverse è impossibile: ne sono sfilate in questi sedici anni almeno 120, da Artemisia a Sofonisba, da Rosalba Carriera a Elisabeth Vigeé Lebrun, da Camille Claudel a Carla Accardi e moltissime altre a volte sconosciute. Tra le artiste di cui si parlerà quest’anno troviamo per la prima volta una cineoperatrice, Rita Consoli, la prima in Europa a svolgere questo ruolo;  anche Charlotte Perriand sta ri-conquistando un posto di tutto rispetto nell’ambito dell’architettura contemporanea dopo anni di silenzio. Spesso molte artiste, pur avendo ottenuto grande successo e riconoscimenti nella loro epoca, in seguito su di loro è caduto misteriosamente il silenzio e sono state cancellate…

 

Questo numero di Morel, voci dall’isola è dedicato al paesaggio inteso sotto vari profili: dal legame con un luogo, al paesaggio interiore e psichico. È interessante notare come le artiste proposte provengano da vari luoghi, alcuni addirittura siciliani, altri internazionali. Nello specifico e relativamente a queste artiste, come si configura questo tema?

Nel nostro caso dobbiamo intendere il paesaggio nel senso interiore e psichico, perché per una donna scegliere di operare da artista, creando non solo in ambito domestico – dipingere come ricamare o suonare il pianoforte – ma confrontandosi col mondo, essere cioè una professionista, il più delle volte non è stato possibile. Perché abbiamo avuto un’infinità di artisti uomini e uno scarsissimo numero di artiste? La risposta data superficialmente riguarda la superiorità maschile, la loro forza creativa. Ma lo psicologo Mihály Csíkszentmihályi (1934-2021), di origini ungheresi ma vissuto negli Usa, ha analizzato il processo della ‘creatività’ degli individui, presentando negli anni 90 il suo modello di creatività basato su tre elementi: infatti la creatività secondo lui non è un fatto solo individuale ma, oltre all’individuo concorrono il dominio e il campo. Il primo riguarda l’ambito disciplinare in cui opera la persona, mentre il secondo è costituito dal contesto, la dimensione sociale fatta di sollecitazioni culturali a vari livelli e motivazioni. Le donne hanno avuto nel passato (e in parte anche oggi) una partecipazione estremamente limitata nel campo, pertanto, anche se preparate nel loro dominio, non sono riuscite spesso a mantenere il passo con gli uomini, ben più liberi di esplorare il campo nelle sue più diverse manifestazioni. Lo studioso non vede la creatività come caratteristica di particolari persone, ma come interazione tra queste e l’ambiente. Gli individui difficilmente possono creare nel vuoto assoluto, hanno bisogno di un dominio e del campo. La produzione creativa si manifesta grazie al campo, ossia ai contatti (paesaggio sociale e culturale) che influenzano la stessa struttura del dominio, tali interazioni sono tanto complesse da produrre arricchimenti e variazioni imprevedibili che determinano infine la creatività.

 

Come percepisce l’interesse delle nuove generazioni verso l’arte al femminile? Quali limiti si riscontrano ancora per la sua piena comprensione?

Non si tratta di comprendere l’Arte al femminile: avremo vinto la battaglia quando non ci sarà più bisogno di parlare di Arte al femminile, ma solo di Arte. Solo allora avremo conquistato la Parità. Credo che il problema sia quello di sensibilizzare le nuove generazioni alla parità di genere (che non significa annullare le differenze): abbiamo ancora stereotipi che non riusciamo a superare nonostante lotte ormai datate su questo fronte. La disparità di genere è ancora fortissima nel mondo. Anche se questi dati non sono aggiornatissimi, l’Italia continua a comparire nelle posizioni più basse delle classifiche internazionali e il rapporto del World Economic Forum (2017), considerando in generale lo squilibrio di genere (gender gap), ci colloca all’ottantaduesimo posto. In particolare il nostro Paese è centodiciottesimo per Economic Participation and Opportunity; sessantesimo per Educational attaintment; centoventritreesimo per Health and survival e quarantaseiesimo per Political empowerment. Siamo il diciottesimo Stato su venti dell’Europa occidentale (ci seguono solo Cipro e Malta).

Pertanto al momento è bene insistere con l’Arte al femminile.

artealfemminile.onweb.it  è un piccolo sito che ho creato.

Biografia

Maria Antonietta Spadaro, architetta e storica dell’arte, è nata a Palermo. Già docente di Storia dell’arte al liceo classico e di Arte Contemporanea alla Scuola di specializzazione post-laurea della Lumsa di Palermo, è membro del Direttivo Nazionale dell’Anisa (Associazione Nazionale Insegnanti Storia dell’Arte). Esperta di didattica museale e dei Beni Culturali, è stata consulente del Comune di Palermo per il progetto educativo “Panormus. La scuola adotta la città”. Ha organizzato corsi di formazione per docenti, eventi culturali, ed ha pubblicato moltissimi saggi di storia dell’arte tra i quali: Raffaello e lo Spasimo di Sicilia (1991); ha curato il Dizionario degli artisti siciliani-Pittura (1993); Il Palazzo delle Poste di Palermo (1993); Palermo città d’arte [con C.De Seta e S.Troisi] (1998-2009); Imparare dalla città, esperienze di didattica dei Beni culturali (2000); Palermo, Palazzo delle Aquile [con P.Gulotta e C.Filangeri] (2004; 2012); O’Tama e Vincenzo Ragusa. Echi di Giappone in Italia (2008) insignito del Premio letterario “Il paese delle donne” Roma; Palermo … ogni favola è un gioco (2008); Palermo Favolosa (2009); Renato Guttuso (2010); Il museo per tutti (2010); Il tappeto volante e altri racconti (2013); Commemorare a Palermo. Le medaglie di Antonio Ugo [con Melchiorre Di Carlo] ( 2014); Archeologia Industriale Palermo, con D. Pirrone, (2015); Palermo, l’arte e la storia [con altri autori] (2016). Numerosissimi gli articoli pubblicati su riviste di storia dell’arte siciliana e non solo.
Tra le principali mostre d’arte contemporanea curate: Novecento Siciliano (Palazzo Reale, 2003); Giovanni Lentini (Palazzo Sant’Elia, 2011); Pietro D’Aguanno (Palazzo Reale, 2012); Michele Catti (Palazzo Sant’Elia, 2013); Lo sguardo e la luce (Palazzo Sant’Elia, 2015).
Nel 2011 ha ricevuto allo Steri il Premio “Rosario La Duca. Una vita per Palermo”.
Dal 2005 organizza per Anisa il ciclo di conferenze Arte al femminile, giunto quest’anno alla 12 a edizione. Fa parte del comitato scientifico dell’Associazione Settimana delle Culture.
E’ membro della Commissione Toponomastica dei Comuni di Palermo e Monreale.

 

 

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