Salina: un racconto per immagini di Rosangela Longo

Salina: un racconto per immagini di Rosangela Longo

a cura di Ivana Margarese

 

Il primo incontro con Salina è avvenuto nel 2013, durante la mia prima vacanza alle Isole Eolie.
In quell’estate ho messo piede per la prima volta da Amanei, una preziosa realtà nel cuore di Santa Marina che, tenuta in piedi da quattro donne straordinarie: Elisabetta Di Mambro, Antonella Di Salvo, Elettra Bottazzi, Marta Bandini, ospita all’interno di un palazzo storico una libreria, una galleria d’arte e residenza d’artista con una terrazza panoramica sul mare.

Blu a perdita d’occhio. Blu il mare tutto intorno. Blu nei suoi occhi.
Ed è proprio in quella terrazza che nel 2017 ho realizzato il mio primo lavoro.

Il titolo era “OI NOSTOI”, in riferimento al poema epico del ciclo troiano andato perduto: “i ritorni” che narrava i ritorni in patria felici o tormentati, vittoriosi o tragici degli eroi greci.

Le isole sono da sempre fatte di partenze e ritorni, ognuno che arriva lascia qualcosa di sé e si porta nel cuore un pezzetto di meraviglia.

La terrazza nelle sere d’estate riecheggia delle letture di scrittori, storici o biologi che hanno restituito, ciascuno dal proprio punto di vista, uno spaccato di bellezza.
La parola scritta, pronunciata, disegnata si confonde con l’azzurro del mare.
E allora perché non far continuare questa distesa di parole, come se fossero davvero onde, a perdita d’occhio, fino a ricongiungersi con il mare, fino a tornare al mare, guardando il cielo come dalla prua di una nave.

Da lì, confrontandomi con le curatrici Elettra Bottazzi e Marta Bandini, è nata l’idea di realizzare un murales che, con le tonalità di blu, raccontasse il X canto dell’Odissea, l’episodio dedicato ad Eolo che con i suoi venti guida e accoglie i viaggiatori e scandisce il tempo dell’isola.

È una riflessione sul valore dell’ospitalità, sul senso di appartenenza e identità, ma anche sulla memoria.

La nostalgia è il dolore del ritorno, la mancanza di qualcosa di irrimediabilmente perduto, l’impossibilità di rivivere momenti felici del nostro passato.
Le Eolie sono state colonizzate dai Greci, forse proprio loro in qualche modo ci hanno lasciato sulla pelle e nel cuore quello stato d’animo.
Eppure al tempo stesso non ci sentiamo tutti un po’ Odisseo quando mettiamo piede per la prima volta su una nuova isola?
Con negli occhi “l’audacia dei giocatori delle grandi scoperte” come direbbe Hikmet ci spingiamo sempre a cercare un blu sempre più intenso, un’acqua più cristallina, un vino più dolce.
Ma per esplorare le isole serve una mappa, qualcosa che faccia riemergere quelle geografie, per evitare di perdersi.
Il secondo progetto: “Sikelìa”, realizzato durante la residenza del 2019, è una mappatura delle isole Eolie e della Sicilia stessa, realizzata ad acquerello su carta, perché come un tempo ognuno possa portarla con sé.
Un’ isola non è fatta solo di scogli e promontori ma, come ogni luogo, è fatta dalle persone che l’attraversano, da tutto ciò che avviene attorno a lei, su di lei.
Il suo ritratto si delinea attraverso gli eventi che l’hanno caratterizzata, gli uomini che l’hanno corteggiata.

Ed ancora una volta la storia si intreccia al mito, ed ancora una volta torna sulla schiena quello stesso brivido che provava Europa in volo avvinghiata alle corna del toro.
Colei che ha gli occhi grandi, aperti sul mondo, desiderosa di scoprirlo, intraprende il suo viaggio.
L’innamoramento non è forse il più avventuroso dei viaggi?
Fatto di attese e incontri, ritorni e abbandoni, trasformazioni. Ci porta a scendere nelle più oscure profondità di noi stessi per sfidare i nostri demoni, lasciarci sedurre dalle voci delle sirene, ad alzare gli occhi al cielo per contemplare le nuvole, a sfuggirci e rincorrerci, a mettere radici e rifiorire o a diventare stranieri.


I miti greci continuano ad ammaliarci perché colgono queste sfumature .
L’ultimo mio progetto é infatti L’amore attraverso i miti greci.

Prendo in prestito le parole di Paola Mastrocola in L’amore prima di noi:

“Quando Orfeo finisce di suonare, le altre ninfe tornano nei boschi. Euridice rimane.
Perché canti? Gli chiede.
Perché non so fare nient’altro davanti alla bellezza del mondo.
E perché canti il mio nome?
Orfeo china lo sguardo, abbassa la voce:
Perché tu sei la bellezza del mondo.”

 

Biografia

Rosangela Longo, nasce a Milazzo (ME) il 01/10/1987.
Ha una formazione classica. Si diploma in pittura presso l’Accademia di Belle arti di Palermo con la votazione di 110 e lode, sostenendo una tesi intitolata “ELLES”che prende spunto dall’omonima mostra al Centre Pompidou sull’arte al femminile. Si specializza nello stesso ambito con una tesi intitolata “Con la testa tra le nuvole” sui recenti sviluppi della neuroestetica e il loro impatto sulla creazione artistica.
Ha partecipato ad un programma di mobilità europea a Valenciennes (Lille) che le ha permesso, oltre che di visitare capitali europee come Parigi e Bruxelles e consolidare le proprie conoscenze linguistiche, di confrontarsi con un contesto artistico e culturale estremamente stimolante.
Ha svolto inoltre un tirocinio presso il Museo regionale Arte moderna e contemporanea di Palermo (RISO). É rimasta nell’ambito universitario per due anni rivestendo il ruolo di cultore della materia nell’ambito di un corso di arte contemporanea presso l’Accademia di Belle Arti di Palermo.
Il suo primo progetto, “Oi nostoi”, prende spunto dai poemi classici e affronta il tema del ritorno dell’eroe, è stato realizzato nell’estate del 2017 durante la residenza d’artista presso “Amanei” a S.Marina, Salina (ME). Presso la medesima galleria ha svolto un secondo periodo di residenza nell’estate 2019 durante il quale ha realizzato il progetto “Sikelìa” dedicato alla mappatura delle Isole Eolie.

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