10 Lug Tonino Guerra, il maestro delle parole di farfalla
a cura di Anna Maria Geraci
Un grido al mondo
La nostra preoccupazione per gli altri
ha finestre medioevali, così dalle nostre bocche
escono soltanto piccole parole che cadono
sui piedi come chiodi arrugginiti.
Dobbiamo gridare parole grandi
che valgano per tutti e siano piene d’acqua buona
per le popolazioni, gli animali e le piante
assetate, che diano movimento alle braccia ferme
e senza gesti di mestieri, che siano cariche
di attenzione per l’infanzia disperata:
INSOMMA che non siano parole per questo uomo
o per l’altro, né per questa pelle o l’altra,
siano per l’umanità così da creare un grande
SOGNO COLLETTIVO.
[Pennabilli, 1° maggio 2000, Tonino Guerra].
Tonino Guerra (1920 – 2012 Santarcangelo di Romagna) è stato uno scrittore, poeta e sceneggiatore italiano con più di centoventi film alle spalle. Tuttavia, il grande pubblico riconosce e associa il suo volto al celeberrimo spot pubblicitario, vero e proprio mantra moderno che recita: «L’ottimismo è il profumo della vita!». Eppure, la sua carriera, ricca di riconoscimenti, è coronato da: un Premio Oscar al miglior film straniero per Amarcord (1975), scritto insieme a Fellini; quattro David di Donatello, tre per la miglior sceneggiatura (1981: Tre fratelli di Francesco Rosi; 1984: E la nave va di Federico Fellini; 1985: Kaos dei fratelli Taviani) e uno, nel 2010, alla carriera; cinque Nastri d’Argento alla miglior sceneggiatura (1963: I giorni contati di Elio Petri, 1974: Amarcord di Fellini; 1983: La notte di San Lorenzo dei fratelli Taviani; 1985: Kaos dei fratelli Taviani; 1991: Il male oscuro di Monicelli), e da una moltitudini di altri premi da tutto il mondo, specialmente dalla Russia, sua patria del cuore e terra d’origine dell’amata moglie, traduttrice e musa Eleonora Kreindlina (conosciuta come Lora Guerra).
Nato a Santarcangelo di Romagna, vicino Rimini, Guerra ha collaborato con tutti i più grandi nomi dello spettacolo e del cinema nazionale e internazionale, fra cui Michelangelo Antonioni, Federico Fellini, Andrei Tarkovskij, Mario Monicelli, Theo Angelopoulos e Wim Wenders.
«La crisi dell’individuo di Guerra, malinconico e speranzoso, parte dalle radici del neorealismo e attraversa ogni genere, dalla commedia al cinema d’autore, passando, con disinvoltura, dai film di denuncia politica e impegno civico ai cartoni animati e le pubblicità dei primi anni Duemila. La formula del suo successo è semplice e autentica: la poesia, le immagini come simboli, la lentezza dei movimenti, la tenerezza per la terra, per ogni essere vivente e l’importanza del sogno. “Un confessore laico, un interlocutore evidentemente indispensabile a stimolare l’immaginario dei grandi visionari del cinema europeo”: così il critico e collega Cosulich sintetizza l’operato di Guerra in campo cinematografico». [Geraci A. M., Mangiare una farfalla: cinema e poesia di Tonino Guerra, Il Ponte Vecchio, Città di Castello, 2024, p. 90].
Il suo amore per la parola e poi per il cinema ha radici lontane: nel campo di lavoro di Troisdorf, durante la Seconda Guerra mondiale, conosce la fame e, per consolare i compagni di prigionia, compone e recita a memoria delle poesie in dialetto.
Fra suoi i poemi e prosimetri più celebri, scritti in dialetto santarcangiolese, possiamo ricordare I bu (Rizzoli, 1972), Il polverone(Bompiani, 1978), Il Miele (Maggioli, 1981) e Piove sul diluvio (Capitani, 1997). Moltissime anche le raccolte di racconti, pensieri e storie per il teatro, come, per citarne qualcuna: la saga di Millemosche, scritto con Luigi Malerba (Bompiani), L’aquilone, scritto con Michelangelo Antonioni (Maggioli, 1982) e Lo specchio delle farfalle (I quaderni del battello ebbro, 2002). A metà degli anni Ottanta, Guerra decide di ritornare nella sua terra natia, prima a Santarcangelo e poi a Pennabilli, centro del Montefeltro e della Valle del Marecchia. Qui sviluppa le sue abilità creative nel campo dell’arte e della scultura, supportato da artisti e artigiani locali, e costruisce un museo diffuso che prende il nome di I luoghi dell’anima che comprende una serie di musei, installazioni, fontane, targhe e altre opere artistiche collegate al pensiero ecologista, alla tutela della memoria contadina e della bellezza del passato e dell’infanzia.
Oggi, a curare la sua memoria è l’Associazione Tonino Guerra, che promuove e gestisce periodicamente numerose iniziative, e il gruppo Facebook Tonino Guerra Per Sempre. Questo gruppo, recentemente, ha lanciato l’appello “Una poltrona per Tonino” e la raccolta firme per intitolargli una poltrona al Cinema Modernissimo di Bologna. La speranza dei suoi ammiratori è, dunque, che un poeta, un pensatore del calibro di Tonino Guerra non venga dimenticato, soprattutto nella sua regione.
«Vorrei tanto […] farmi ricordare non come qualcuno che ha fatto tanti film e ha scritto delle parole poetiche, ma come qualcuno che dice agli altri di avere coraggio. Vorrei dire agli altri che il rumore della pioggia è stupendo, e la caduta della neve che imbianca tutti i pensieri è meravigliosa». [Tonino Guerra 100! (5°puntata), in Rai Play Sound, Gli speciali, 11 dicembre 2020]
Recentemente, anche Lora, la vedova di Guerra, ha lanciato un appello, tramite social, alle istituzioni per salvaguardare la memoria del maestro e salvare i posti a lui dedicati.
<< […] Sono riuscita ad ottenere due riconoscimenti per la casa museo di Tonino Guerra. È stata riconosciuta come casa delle persone illustri dell’Emilia-Romagna e come casa della memoria d’Italia. Molto prima abbiamo ricevuto dall’Accademia del cinema europeo la targa dove è scritto che questa casa e questo posto a Pennabilli sono molto importanti per la storia del cinema europeo. Ma più di questo non riesco a fare. Ho incontrato il Sig. Felicori, con il quale avevo un appuntamento online, al quale era presente anche Emma Petitti, chiedendo alla Regione Emilia-Romagna di prendersi cura di questo posto e, soprattutto, della casa museo di Tonino. Magari la Regione potrebbe acquistare questa casa aiutata da qualche Banca o da un Ente dell’Emilia-Romagna o da un imprenditore privato perché questa casa possa rimanere anche dopo la mia scomparsa un posto pubblico per tutti i visitatori che vorrebbero vedere la casa museo di Tonino Guerra. I soldi ricavati potrebbero servire, oltre che per il restauro della casa, anche per lo stipendio di un segretario o segretaria per poter svolgere i programmi culturali e anche comunicare con le altre case museo dell’Emilia-Romagna. Io sogno che sarà fatto un percorso turistico dal Castello Malatesta, dove risiede il museo di Federico Fellini, fino al “mare verde”, come diceva Tonino, del Montefeltro, arrivando alla casa del Poeta. Ho scritto chiedendo un aiuto a tutti gli amici di Tonino che potrebbero aiutare in questa impresa non facile, soprattutto oggi. Spero tanto che Vittorio Sgarbi, Carlin Petrini, Farinelli, Oscar Farinetti (che mi ha risposto suggerendomi di chiedere tutto ciò in Emilia Romagna con la quale lui non c’entra niente) o Wim Wenders (che mi ha risposto in maniera molto gentile) e tutti gli altri ai quali ho scritto e che non hanno risposto, possano dare alcuni consigli. […] Tonino è nato nella piccola Santarcangelo, una cittadina che ha cercato di salvare due volte, quando dopo la guerra volevano distruggere le contrade da Tonino sono venuti tutti i nuovi dirigenti comunali, buoni ragazzi, come diceva lui, e hanno detto a Tonino di aver avuto una idea geniale “buttiamo già tutte le contrade e costruiremo un ospedale per tutti, grande e bello”. Tonino ha risposto: “voi siete pazzi ragazzi. Se distruggiamo il passato, distruggiamo anche il nostro futuro”. Adesso a Santarcangelo già da due anni è chiuso il museo di Tonino, museo privato, creato dall’Associazione di Tonino Guerra. Nella casa dei Poeti non c’è l’archivio letterario che lui ha destinato a Santarcangelo. Dalla Pro Loco, in dieci anni di guida da parte dei buoni ragazzi che guidavano il paese, non è stata fatta nessuno mostra dedicata a Tonino Guerra. La mia proposta è stata questa: fare una mostra dedicata a Tonino nella Casa della Poesia riportando l’archivio letterario in modo da ritrovarsi con poeti, amici e i grandi poeti dialettali di Santarcangelo e anche, al più presto possibile, riparare le infiltrazioni dell’acqua nel monte della pietà dove il povero cavallo di legno piange di notte aspettando la riapertura delle porte. La guida della Loco potrebbe spiegare là ai turisti che Tonino ha creato per il paese due fontane, ha inventato esteticamente la Sangiovesa, dove c’è ancora il ristorante che appartiene a Manlio Maggioli, liberando, con il sindaco Cristina, la piazza Ganganelli dalle macchine. Sui muri di Santarcangelo sono appese le targhe che raccontano le storie dei personaggi del paese. Anche il ristorante Zaghini è allestito da quadri e stampe basate sui disegni di Tonino ed è la memoria storica di tutti i personaggi che ha portato Tonino a Santarcangelo. Per l’ancora più povera Pennabilli Tonino ha creato i luoghi dell’anima con tutti gli amici. Anche il famoso orto dei frutti dimenticati ha bisogno di cura continua e il museo ha bisogno della presenza fissa di una segretaria o di un segretario che potrà svolgere un lavoro continuo, come succede in tutti i musei del mondo, e non basarsi solo su volontari o persone che ricompenso io. Non avendo alle spalle delle grandi città Tonino aspetta la sua gente di Romagna, nonostante i suoi libri non siano stati stampati negli ultimi sei anni, continuano a venire persone che mi riconoscono per la strada e dicono: “Tonino era un grande uomo, il maestro della vita”. Abbiamo bisogno adesso dei maestri della vita perché abbiamo perso tutti gli ideali e la fede nella cultura e nella bellezza che difendeva Tonino Guerra. Nell’ultimo periodo ripeteva sempre “La bellezza è già una preghiera”. Spero che qualcosa arriverà dall’amministrazione attuale di Pennabilli che ha “le orecchie tappate” nei confronti della cultura>>.