Eva, la prima donna: Cristina Simonelli ripercorre la storia dell’umanità al femminile

Eva, la prima donna: Cristina Simonelli ripercorre la storia dell’umanità al femminile

Di Francesca Vitelli

 


Chi è Eva? Quale la sua storia –
 a cominciare dal nome – e i significati a lei legati? «Dichiaro pertanto le mie principali coordinate, a partire dalle quali disegno la strada e disordino le stanze: quanto a cultura, sono occidentale; quanto a religione, sono cristiana, quanto a professione, provo a essere teologa; quanto a punto di vista, parto« da me», cioè sto dalla parte delle donne e di tutte le differenze, dunque sono femminista».


Cristiana Simonelli pone, nelle prime pagine, le basi del suo scrivere. Il suo è un testo in cui si affronta la complessità di un argomento che richiede, da parte del lettore/lettrice, l’esercizio di una lettura multicentrica, si procede per stanze in cui sono presenti molteplici aspetti da considerare insieme, disgiungere vorrebbe dire privare di significato, si ragiona su un quadro composto da diverse scene affollate per giungere a comprendere – non la linearità ma la circolarità – di pensiero e pensieri che sottende la materia.
L’inizio, la genesi, le scritture, il principio del divino, lo sfruttamento globale scaturente da un supposto dominio del genere umano su ogni altra forma di vita e il dualismo fondante: il maschile e il femminile. L’uomo è stato creato a somiglianza di Dio e la donna, invece, a somiglianza di quest’ultimo? Il maschio è riflesso del divino mentre la femmina ne è pallida derivazione?
L’autrice dipana interrogativi e risposte formulate nei millenni introducendo interpretazioni e spunti di riflessione. Il primo tra questi è la considerazione sulle fratture dell’Eden: la solitudine e il limite, la creazione della donna è l’atto che su questi incide poiché è lei che agisce in termini relazionali  – dialogici – spezzando la solitudine ed è sempre lei che intende superare il confine, il limite, della non conoscenza.


Il secondo tema è la figura femminile che precede Eva, Lilit: «Dunque c’è qui una donna formata al pari dell’uomo, non disposta alla sottomissione, capace di parola e anche di evocare il nome di Dio».
Il terzo riguarda gli scritti seicenteschi di Elena Cassandra Tarabotti, nota con il nome religioso di Arcangela, sulle monacazioni forzate e sulle donne come “spetie degli huomini”.
Altro argomento ancora su cui soffermarsi è la dicotomia del mondo classico, greco in particolare, fondata sulla contrapposizione tra il logos/razionalità – unito alla forza morale e fisica – e la passione/debolezza, il primo è corredo maschile, il secondo femminile.
Ma gli spunti di riflessione son ben più numerosi di questi pochi elencati. Cosa è il peccato originale, come si tramanda e cosa implica? Quando Eva mangiò il frutto dell’albero proibito da cosa e da chi fu tratta in inganno? A spingerla fu il desiderio del superamento del limite, la volontà di andare oltre e incamminarsi sulla via della conoscenza, la sua – dunque –  non fu trasgressione fine a se stessa. Una lettura stimolante in cui le domande aprono scenari in cui cercare non “la” ma “le” risposte.

Biografia
Cristina Simonelli ha presieduto il Coordinamento delle teologhe italiane dal 2013 al 2021. Insegna Teologia patristica a Verona (San Zeno e San Pietro Martire) e presso la Facoltà Teologica dell’Italia Settentrionale (Milano). Tra le sue ultime pubblicazioni ricordiamo «Provvisorietà» (EMP, 2016), «Manuale di Storia della Chiesa. L’età antica» (con G. Laiti, Morcelliana, 2018) e «Incontri. Memorie e prospettive della teologia femminista» (con E. Green, San Paolo, 2019).

*Fonte: Ilmondodisuk (portale di cultura, e-magazine e casa editrice)

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